I Bunnyblack chi sono? Ce lo spiegate?

Siamo Francesco (già in Velaut, Inside the hole) e Marco (Maiqqu). Siamo un duo che si autodefinisce electrogaze, per via dell’elettronica che è il tessuto di base della nostra musica, ma fondamentalmente siamo quello che una volta il mondo chiamava Rock, nella sua idea più spirituale, e non solo stilistica.

Esteticamente ci sembrate piuttosto diversi fra voi. Qual è il vostro rispettivo background?

(Less): Veniamo da mondi diversi, nella vita e nella musica, opposti per alcuni aspetti. Non necessariamente il nostro modo estetico rispecchia così facilmente la complessità dei mondi che abbiamo dentro, né di quelli che ci orbitano attorno. Ci piace pensarci complementari e allo stesso modo spiazzanti, fa parte della provocazione che siamo.

Nella vostra musica sembrate usare quasi più gli effetti a pedale che gli strumenti in sé, ci descrivereste senza entrare troppo nel tecnico cosa usate? Ma soprattutto qual è il vostro approccio all’elettronica?

(Maiqqu): Questa è davvero una domanda interessante. Non solo gli effetti a pedale sono centrali, ma qualsiasi cosa, anche la più insignificante, che apra nuovi mondi sonori. Siamo entrambi dei maniaci del suono ed è una gran fortuna avere questa passione in comune. Ci confrontiamo ogni giorno, praticamente, su nuove soluzioni e strumentazione e plasmiamo i suoni di entrambi insieme. L’elettronica per noi è un mezzo e non un fine. Ci piace dire che non suoniamo musica elettronica, anche se effettivamente, a livello di arrangiamento ha un ruolo primario. Ma i nostri sono concerti Rock, sia nell’estetica che nell’intenzione. Cosa usiamo? Sicuramente i riverberi!

Marco, nei suoi live, usa spesso il Gameboy. Ci spiegate in che modo siete riusciti a pensarlo come uno strumento musicale?

(Maiqqu): Non lo uso spesso, lo uso sempre. Posso dire che sia il mio strumento primario. Va detto che non sono stato io a pensare per primo il Gameboy come strumento, esiste una scena molto underground, e sicuramente con non troppi “adepti”, che si è sviluppata negli anni precedenti. La nostra forza è stata quella di non cedere alla seduzione dell’elettronica chiusa in sé stessa, ma di aver contestualizzato il Gameboy in un mondo inedito.

Se non erro siete di Palermo, una bellissima città, ma che non ha mai espresso grandissimi talenti nell’ambito dell’”alternative”. Quel ruolo, in Sicilia è spesso stato ricoperto da Catania, ci pare. Raccontateci dell’ambiente in cui vi trovate ad operare.

(Less): Non posso darti ragione a riguardo. Palermo è una città che ribolle di vita, anche musicale, e artisti come Il Pan del Diavolo vengono proprio da qui. Omosumo, Carnesi, Bondì, i Waines qualche anno fa, Dimartino, Mezz Gacano… sono tutti artisti palermitani, e molto “alternative”, che anche se possono non incontrare i gusti di tutti, stanno facendo, o hanno fatto, grandi passi anche a livello nazionale. Ci sono, si, molte criticità, e forse la principale è che Palermo soffre di una malattia dura da debellare, soprattutto a livello cosiddetto “emergente” (meno nel già emerso): il fuoco amico, la mancanza di solidarietà “di categoria”.

Esiste quindi una SCENA palermitana?

(Less): come detto prima, nella zona “emersa” si, ed è forte, vigorosa, anche se a mio parere poco dinamica e troppo auto-conservativa. Nella zona “emergente” ci sono tante piccole isole che rigettano stupidamente l’idea di sentirsi un arcipelago.

Nella realtà in cui operate, ci sono spazi pronti per accogliervi?

(Maiqqu): Palermo è una città in cui tutto sommato si suona. I posti non sono tutti adatti ai nostri requisiti di spettacolo, ma abbiamo fatto diversi concerti in città, e tutti ci hanno soddisfatti. La Sicilia in generale è un posto complicato invece, il pubblico non è educato ai concerti di un certo tipo, la musica da intrattenimento va per la maggiore e i locali che azzardano proposte come la nostra sono sempre più in difficoltà.

Avete presentato al pubblico il vostro primo lavoro. Quali saranno i prossimi passi dei Bunnyblack? Avete in programma un tour? Che tipo di locali pensate possano essere il teatro dei prossimi show?

(Less): Il disco è uscito e ne siamo orgogliosissimi. Lo porteremo ovunque ci sia un palco buio e delle orecchie attente. Il resto lo stiamo pianificando in questi giorni, abbiamo tanta carne al fuoco, e stiamo scalpitando. Intanto vi ringraziamo per lo spazio e per l’ottima recensione.