Come è nata la band e l’idea del nome?

La band e’ nata nel 2016 da un progetto di Andrea (voce), Angelo (chitarra) e Davide Purinani (chitarra) dopo lo scioglimento della loro precedente band. Da subito si è unito Michael alla batteria. Davide Giorgi (basso e seconda voce) invece è entrato nella band nel 2019 dopo che il nostro precedente bassista ha dovuto salutarci per esigenze familiari. Condividiamo tutti la voglia di proporre musica nostra e la passione per il metal in tutte le sue sfaccettature. Il nome della band è preso da un fenomeno finanziario poco conosciuto, le dark pools, ossia dei mercati finanziari non regolamentati in cui avvengono enormi scambi e di cui si sa poco o nulla. Il concetto lo abbiamo da subito trovato calzante per i tempi in cui viviamo, tempi in cui la mistificazione e lo spostare l’attenzione sono le chiavi di informazione e comunicazione.

La voce dei vostri brani è graffiata, urlata e mescolata ad una tecnica di potenti riff. La ritmica è piena di cambi di tempo. A chi vi ispirate?

Ognuno di noi viene da precedenti esperienze ed ha un background musicale e gusti abbastanza diversi, tutto questo ci ha portato a creare un mix che ci rispecchia e pensiamo possa identificarci. Andrea (voce) da sempre ascolta molto hardcore e questo traspare nel suo modo di cantare e di costruire le parti vocali. La componente ritmica, con Davide e Michael (basso e batteria) è la spina dorsale dei nostri brani su cui poi Angelo e Davide costruiscono con le loro chitarre la struttura e gli arrangiamenti. Nella composizione abbiamo sempre cercato di fare dei pezzi che ci piacesse suonare ed ascoltare, di certo le nostre influenze personali però si sentono. Se devo nominare un paio di gruppi che mi vengono in mente ascoltandoci ti direi Machine Head, Carcass, Architects e Raised Fist.

La Musica è un forte mezzo di comunicazione. Voi che messaggio o messaggi volete trasmettere?

L’idea di fondo della nostra band e di questo album è questa: questo mondo non ci piace e va cambiato. si può cambiarlo ma nessuno può farlo da solo. Serve una maggiore consapevolezza di ciò e che le persone si uniscano anzichè si dividano.

A chi o cosa vi ispirate per scrivere le canzoni?

Come dicevamo i testi e le atmosfere dei nostri brani sono basati sulla quotidianità, la vita di tutti i giorni con cui ciascuno di noi si scontra. Nei pezzi quindi entrano le nostre esperienze personali. Però come band abbiamo scelto di uscire dal clichè del pessimismo e della cupezza. Quindi la nostra energia vuole essere positiva, creativa. possiamo dire che vediamo la fine in fondo al tunnel

Gli album che hanno lasciato un segno indelebile nella vostra memoria…

Partiamo con quelli comuni e imprescindibili:
“Reign in blood” degli Slayer, il primo disco dei Korn, “Among the living” degli Anthrax, “Blessed are the sick” dei Morbid Angel, “Suicide season” dei Bring me the horizon, “Steps” degli Snapcase, e potrei andare avanti all’infinito…

Quale è la vostra massima ambizione come artisti?

Per tutti noi la massima ambizione è suonare dal vivo, il più possibile. Purtroppo pandemia e abitudini stanno facendo chiudere moltissime realtà in cui si poteva suonare ed ascoltare musica originale e di generi più pesanti. Speriamo la situazione cambi e si torni presto a riempire locali…

Studio, talento e tecnica. Come si devono intrecciare in una band?

Studio e tecnica sono legati strettamente e sono la base e gli strumenti con cui poi si costruiscono i pezzi e permettono di concretizzare le idee che abbiamo. Sono sempre e solo un mezzo e mai il fine del nostro processo creativo. Senza false modestie ma del talento non possiamo dire nulla, non si impara. Personalmente trovo che i ragazzi della band siano tutti talentuosi e delle splendide persone.

Lasciateci con un vostro motto….

Soldi e paura mai avuti…