A parte la qualità pessima dell’audio e la quasi totale mancanza di produzione in Nerv si avvisa comunque la presenza di tanta voglia di sperimentare e di mettere insieme sonorità anche non facilmente accostabili come l’alternative rock e l’industrial. Le atmosfere crepuscolari che riesce a creare questo progetto musicale abbastanza criptico risultano tanto originali all’ascolto, anche tanto vellutate in alcune parti.

Arpeggi di chitarra, cantato quasi evanescente, effettistica sparsa, insomma un connubio anomalo di diversi oggetti musicali, un connubio che comunque giudico interessante e a tratti anche orecchiabile. Sono totalmente d’accordo con questa affermazione dell’artista: “gli album vanno ascoltati tutti d’un fiato come si faceva una volta”. Infatti, “Nerv” va ascoltato in una “tirata” per sentirti meglio dopo…convinto che ne è valuta la pena. Quindi, come non apprezzare Nerv e la sua spasmodica voglia di fare….E poi, come non dirlo, il dark è di casa da Nerv…

a cura di Beatrix