La cosa che davvero colpisce del nuovo disco dei Fixes è la freschezza. In “Everything’s not lost” troviamo 11 gocce di puro distillato di vita. Un concentrato di soluzioni che magari non ti cambiano la vita, ma di certo di fanno fare un bel viaggio in auto.
Il sound pulito, netto, costruito sulle composizioni di Andrea Allocca, viene arricchito dagli arrangiamenti di basso e batteria rispettivamente assegnati a Gianfranco Vigneri e Bob Baruffaldi. Il sound “pigro” e solare prende sin dalle primissime note.
Ci si potrebbe ritrovare un po’ di tutto dentro. Dagli Smashing Pumpkins ai Dinosaur Jr, da Neil Young a Ben Harper e, persino, dei riverberi di Beatles. Ma il punto vero è l’originalità semplice e diretta con cui questo simpatico trio ha saputo miscelare tutti questi elementi, ricavandone qualcosa di puro e compiuto, come può esserlo l’acqua di fonte o il diamante forgiato dalla pressione di centinaia di metri di terra.
Una forza ed una piena consapevolezza permea tutti i brani di questo disco, che se solo avesse avuto la ventura di uscire per un’etichetta americana, sono stracerto che lo si ritroverebbe alle primissime posizioni della classifica di gradimento.
La chitarra inanella chilometri di riff e arpeggi, che diventano la base su cui basso e batteria intelaiano ritmiche cogenti. La batteria suona semplice, ma non è mai scontata. Il basso marca le varie armonie come un amante geloso o un bibliotecario molto attento. Tutti i suoni della produzione sono calzanti. Tutto è al suo posto. Tutto è stato fatto ad arte…
Se proprio volessimo trovare un difetto ad un disco così bello, potremmo dirvi che sulle melodie vocali si sarebbe potuto lavorare maggiormente, in quanto tutte insistono con troppa pervicacia sugli accordi di base, ma per questa volta non vogliamo fare i rompiscatole… cinque stelle su cinque potrebbe andare come votazione? Ma si… cinque stelle su cinque sia!
a cura di Max
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