Ciao. Puoi presentare ai nostri lettori il tuo album “Gli strani giorni di NOInessUNO”?

Ciao a tutti, “Gli strani giorni di NOInessUNO” è un concept album quasi autobiografico dove racconto un po’ i problemi e la frenesia di questi ultimi anni. Musicalmente è un album molto diretto perché volevo raccontare con semplicità alcuni miei pensieri che penso riguardino anche tanti di noi. Da qui appunto l’idea di NOI NESSUNO.

Quando e come è nata l’esigenza di realizzare un album?

Dopo l’ultimo album realizzato con gli Evil Wings nel 2011, per troppi anni ho lasciato perdere la composizione ma fortunatamente mi è tornata la voglia di raccontarmi e di mettermi in gioco.

Con quale criterio hai scelto i brani contenuti nell’album?

Ho cercato di fondere la musica che piace a me, come appunto l’Hard Rock ed il Progressive Rock, con dei testi che facessero capire quello che volevo dire senza troppi giri di parole.

Di cosa parlano le canzoni? Dove trai ispirazione per i testi?

I testi parlano di rabbia, delusione e tanta tristezza nel vedere come i rapporti fra le persone siano diventati freddi e superficiali. Diciamo che la voglia di cambiare le cose c’è e lo si può sentire nei pezzi finali dell’album. L’ispirazione l’ho avuto rapportandomi con esperienze personali realmente vissute.

Quanto è importante la tecnica nella produzione musicale?

Direi fondamentale perché quando si fa un lavoro di qualsiasi tipo bisogna essere credibili e professionali. Purtroppo ultimamente, nell’ambiente musicale, troppi artisti usano le scorciatoie per arrivare ad un risultato che sia soltanto vendibile.

Auto-produzione per necessità o per scelta?

Per scelta perché ho voluto ripartire da zero senza dover rapportarmi con nessuno come nei miei lavori precedenti. Avevo in testa già al 100% quello che doveva essere il mio lavoro finale. Ovviamente se avessi avuto un produttore esecutivo sarebbe stato meglio perché avrei risparmiato un po’ di euro ahah.

Qual è il suono a te più affine?

Il suono a me più affine è quello che senti in questo album: chitarra molto presente, pochi strumenti e tanto groove.

Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influito sulla tua personalità artistica?

Come chitarristi direi nell’ordine: Hendrix, Blackmore, Van Halen, Iommi e ovviamente tanti altri chitarristi Rock. Per quanto riguarda la voce, nei primi anni con gli Evil Wings mi ispiravo molto a Steve Walsh dei Kansas e a Peter Gabriel dei Genesis tanto che, per un periodo, ho prestato la mia voce al progetto “Get’em Out” Tribute Band dei Genesis. In questo album invece canto come mi esce naturale.

Un album che ha lasciato un segno indelebile nella tua memoria…

Eh eh… ce ne sono troppi ma essendo cantante/chitarrista te ne cito due: “Nursery Crime” dei Genesis e “Made in Japan” dei Deep Purple.

Per affermarsi conta più il talento o lo studio?

Tutti e due ovviamente anche se in questi anni purtroppo si è persa la voglia di studiare veramente musica, l’importante è apparire. Il talento fa tanto ma arriva ad un certo punto. Sapere cosa stai facendo ti aiuta a non ripeterti musicalmente.

Se dovessi trarre un bilancio, quali sono le tappe essenziali del tuo percorso?

Allora….essermi diplomato al conservatorio in chitarra classica, i primi due album degli Evil Wings tra il ’94 e il ’96, l’album registrato con “Il Biglietto per l’Inferno” nel 2009 e penso questo album perché spero sia il primo di una lunga serie, non tralasciando l’esperienza con i “Get’em Out” che mi ha migliorato come cantante e intrattenitore.

Per concludere dai un consiglio ad una band che muove i suoi primi passi nel mondo della musica….

Il consiglio che do è di non aspettarsi nulla ma di studiare e suonare serenamente senza pensare di dover piacere per forza. Alla fine quando ascolterete i vostri album o salirete su un palco dovrete essere voi contenti di quello che avete fatto, il resto se viene bene altrimenti avrete comunque fatto quello che avete voluto liberamente senza rimpianti perché l’avrete deciso voi.
Grazie a tutti per questa bella intervista.

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