Il brano inizia con un’apertura di chitarra slide che ricorda il rock blues, accompagnata da un basso a bicorde stile Red Hot e una batteria molto sincopata.
Il sound è essenziale e introduce la voce femminile che ha un vago sapore anni ’70. E’ difficilissimo definire un genere specifico anche perché le sonorità poi si inaspriscono con chitarre distorte e crescendo strumentali fino a concludersi con una gag che rivelerà l’italianità della band.
Potremmo citare la psichedelia commerciale alla Doors con influenze dell’alternative rock anni ’90, ma sicuramente non è nelle intenzioni degli autori ispirarsi per forza a qualcosa o qualcuno.
Il brano non può entrare nell’ottica del commerciale o radiofonica attuale ma mantiene una forma e una durata adatta a un ascolto mainstream, sicuramente una boccata d’aria fresca nel contesto della musica degli ultimi anni.
A cura di Marco Germani.
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