HEI$t dei Love Ghost rispecchia come sempre la loro produzione e mescola in modo interessante vari stili e generi in soli 2.15 minuti. Infatti il brano è tutto incentrato sulle voci e sui featuring. Il brano è interamente parlato e dopo un breve ritornello iniziale del cantante che rappa molto detunato compare la prima ospite (Lucy Loone) che nel video sfoggia un makeup horror “domestico” (essendo stato progettato in piena pandemia) e gioca con una semiautomatica estratta da un pacco postale. Ricorda molto Yolandi dei Die Antwoord, poi ancora un ritornello e si passa al secondo featuring di Cameron Azi, accompagnato da chitarre distorte e batteria reale a sottolineare il rappato duro e molto gangsta. Segue l’ultimo ritornello e il brano si conclude come se fosse studiato per dare spazio solo agli ospiti.

Difficile contestualizzare il genere e anche solo pensare ad un progetto da band, molto più corretto inserire il brano nella logica della trap o del rap, forse anche solo di un prodotto studiato per aumentare le visualizzazioni e avvicinare un pubblico differente al progetto musicale. Ormai la musica liquida e digitale funziona proprio così: catturando più followers possibili attraverso le collaborazioni.

Ormai da un anno è impossibile potersi mostrare dal vivo, di conseguenza si produce tanto per non far scappare i fan: fortunatamente esiste il web che è libero e aiuta gli emergenti a resistere, altrimenti sarebbe un disastro totale. In questo i Love Ghost se la cavano egregiamente data la giovane età e la voglia di sperimentare.

A cura di Marco Germani