1. I Love Degrado… un nome che è tutto un programma! Buongiorno ragazzi, diteci un po’, come nasce questa band?

Riccardo: I Love Degrado nasce in quel di Bologna da due musicisti molto diversi come estrazione ed ascolti, accomunati dal desiderio di sperimentare senza farsi problemi di genere. Ci piace mischiare, ibridare e vedere cosa ne viene fuori. Se il tutto ci convince andiamo avanti, se no lo eliminiamo. Siamo molto democratici, siamo molto indipendenti.

2.Il vostro nuovo album “Siamo dei cazzo di pionieri ci abbiamo sempre creduto” è uscito da poco (disponibile anche in versione musicassetta!). Domanda di rito, quale è il concept dietro questo lavoro?

Andrea: Nel nuovo album abbiamo cercato di fare coesistere composizioni dal carattere più diretto e di impatto con un lavoro di arrangiamento e sovrapposizioni sonore più accurato e studiato. Più studio e meno live forse, ma senza rinunciare ad un retrogusto minimalista ed essenziale.

3.Guardandovi indietro, a che punto del vostro percorso musicale vi collochereste ad oggi?

Riccardo: Siamo più maturi rispetto al primo lavoro del 2017 “L’inesorabile declino della Civiltà Occidentale – L’esotismo a buon mercato dei bazar”. Abbiamo dato il via ad un processo artistico che cerca di abbracciare tutti generi: dalla canzone rock, alla ballad, passando per l’elettronica, finendo sui remix di altri artisti.

4.“Giovani di belle speranze in malarnese” e invece il titolo del singolo che ha spalleggiato l’uscita del disco. Titolo autobiografico? Dobbiamo aspettarci un videoclip per questa canzone?

Andrea: Autobiografico nel senso che siamo giovani dentro e in malarnese fuori! Per ora abbiamo deciso di fare uscire il singolo senza un video aggiuntivo, così che chi lo ascolta possa concentrarsi maggiormente sulla musica. Non escludiamo però video legati ad altri brani in futuro, anzi stiamo già lavorando sul prossimo singolo, che sarà accompagnato sicuramente da un videoclip.

5.Come definireste il vostro genere musicale?

Andrea: Allora, se dobbiamo cercare di essere seri lo definirei come post-rock strumentale con forti influenze di Kosmische Musik ed elettronica…Ma io preferisco dire che noi suoniamo post-post. Siamo talmente post da aver fatto il giro ed essere avanti, anche se non sappiamo verso cosa.

6.Quale il vostro background da musicisti a livello personale?

Andrea: Io sono reduce da una infatuazione in giovane età per i Beatles, a cui si è aggiunto uno spropositato amore per gli Einsturzende Neubauten, i Kraftwerk e da lì per tutta la scena tedesca del cosiddetto “Krautrock”, a cui si aggiunge una passione per l’elettronica che va più sul versante di ricerca e sperimentazione (Autechre, Ryoji Ikeda, Aki Onda, Cortini…).

Riccardo: da giovanissimo mi regalavano audio cassette mix compilation dance anni ’90. Poi un giorno ho sentito I Nirvana e nulla è stato più come prima. I miei ascoltavano dai brani anni ’60 ai cantautori al rock anni ’70, insomma un po’ di tutto. Questo è il mio background passato e presente.

7.Cosa vi manca di più in questo periodo di “stop forzato” per quanto concerne i concerti? L’adrenalina pre esibizione, lo stare sul palco oppure…

Riccardo: Ci manca il motivo per cui facciamo musica. Condividere la passione, il lavoro duro, la qualità, i dettagli, i suoni e il messaggio che cerchiamo di mettere nella nostra musica. Ci manca più di tutto suonare, dal vivo, davanti ad un pubblico, un pubblico in carne e ossa.

8.Prossimi step?

Riccardo: Conquistare il mondo con la bellezza, come dei Poeti Guerrieri.

9.Congedatevi con un messaggio speciale per i nostri follower!

Grazie per la chiacchierata virtuale e per aver ascoltato quello che abbiamo da dire. Amatevi, amateci e seguite ciò che più vi piace senza pregiudizi. Peace.