1) Hai pubblicato un nuovo album. Puoi presentarlo ai nostri lettori?

Con piacere. Innanzi tutto questo è un album che si discosta da tutti i miei lavori precedenti. E’ composto da otto tracce di cantautorato elettrico, frammenti sonori, scuri, malinconici ma allo stesso tempo tesi e vibranti. Un “abito” ora elettrico, ora acustico veste l’intimità delle parole rendendolo un disco “pop caustico” a tratti energico, a tratti sabbioso che necessita di un ascolto attento alle sfumature. E’ una raccolta di canzoni rimaste nel cassetto per anni, ognuna di esse fotografa un preciso momento della mia vita, una sensazione, un’esperienza, una ferita. Tenuto conto che risalgono a epoche differenti, è stato opportuno scegliere quelle che potevano essere ricondotte ad un medesimo filone musicale. Infatti, sono frutto di un grande lavoro svolto con la produzione artistica di Michele Mick Anelli (che è anche chitarrista solista della band e seconda voce).

2) Ci parli della tua formazione da musicista?

Uhm…essendo un autodidatta non ho nè curriculum nè alcuna formazione scolastica. Ho cominciato a suonare in una band semplicemente dopo aver comprato un amplificatore ed una chitarra elettrica e sono passato da “mettere le dita dove mi indicava il tastierista” a suonare brani miei in un gruppo punk. Poi l’esperienza, il cambio di gusti musicali e la voglia di creare qualcosa di meno basico mi ha portato ad una crescita tecnica e compositiva fisiologica e spontanea…La mia scuola è sempre stata l’appartenenza ad una band ed i miei insegnati palchi e saleprove, concerti e nottate in bianco. Si può dire che ho la fortuna di avere una estro creativo che sopperisce alle limitazioni tecniche e soprattutto di avere un rapporto quasi morboso con la musica e con il fatto di suonare che ha portato questa ad essere uno dei pochi punti fermi della mia esistenza.

3) Da dove è nato il titolo del disco?

Quando ho scritto il testo della title-track l’ho riletto e mi son chiesto come caspita avrei potuto intitolare una canzone del genere senza cadere nel mieloso italianismo bieco da festival della canzone….Poi, mi è bastato distrarmi un attimo ed è arrivato da solo, come un regalo o un flash. A quel punto ho realizzato che sintetizzava l’idea del disco…decadente e d’amore…ma amore inteso in senso lato, non solo x una donna ma per gli amici…l’amore che si mischia alla sofferenza..o l’amore per la sofferenza stessa…comunque quello doveva essere il titolo.

4) Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Avendo molti progetti attivi ho diverse fonti d’ispirazione quindi ho la fortuna di non renderle così visibili nei brani (o almeno lo spero). Per questo disco sono state sicuramente certe atmosfere sonore di Mark Lanegan, Tom Waits, De Andrè…ma essendo cresciuto musicalmente negli anni ’90 credo ci sia molto dell’underground italiano di quel periodo…senza dimenticare che sono stato un punk e che la mia band principale è una stoner band……quindi…riassumendo…..non ne ho idea.

5) Quali sono i punti forza della tua musica? Cosa può incuriosire un eventuale nuovo ascoltatore? Quali sono le tue qualità principali?

Credo che, in questo disco, i punti forza siano le sensazioni che trasmette, le tematiche trattate e le sonorità raggiunte con gli arrangiamenti, il groove…Sono, inoltre convinto, che il fatto di cantare in italiano per far capire il messaggio e la scelta di essere un cantautore elettrico e non convenzionale siano dei buoni input per incuriosire e spingere all’approfondimento….per quel che riguarda le mie qualità..preferirei parlare dei miei difetti….comunque non essendo tecnico in ogni lavoro che faccio ci spremo dentro l’anima…come in ogni live non mi risparmio mai fin dalla prima nota…non so se siano delle qualità, in effetti.

6) Come nasce una tua canzone?

Solitamente perdendo tempo con la chitarra..viene fuori un giro, poi cerco qualcosa che possa fungere da ritornello e poi ci canto sopra….a volte viene tutto in un attimo, a volte devo riguardare il testo…a volte è una porcheria e cestino il tutto. Ovviamente anche se la scelta verte verso la conservazione, il tutto andrà in seguito arrangiato, sistemato, rifinito, integrato ecc

7) C’è un brano in questo nuovo disco al quale ti senti molto legato?

Sono più di uno…tre brani parlano di amici ed amiche perse…quindi per forza mi ci sento legato. A livello sentimentale credo comunque che sia “La menzogna del tempo che guarisce” perché parla del vuoto lasciato dalla perdita inaspettata, tragica e inspiegabile di uno dei miei migliori amici (se non il migliore). Quando perdi qualcuno a vent’anni tutti ti dicono che il tempo guarirà le ferite….beh, ci tenevo a sottolineare che è una fottutissima bugia….il tempo non guarisce proprio nulla…al massimo ti fa trovare la forza e le motivazioni per andare avanti.

8) Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?

Come detto prima…non ho idea di chi possa avermi influenzato…dipende dal momento storico, dal progetto con cui sto lavorando…Posso fati un elenco degli artisti che mi piacciono di più e che seguo da sempre: De Andrè, Nirvana, Black Sabbath, Marlene Kuntz, Afterhours, Queens of the Stone Age, I Ministri, Umberto Palazzo, Capossela, PFM, Le Orme, Dead Kennedys, Pearl Jam…e molti altri…

9) Cosa farai in futuro? Hai delle sorprese nascoste o dei sogni nel cassetto?

Sicuramente un tour promozionale (che faremo con un bassista appena entrato nella band) ed uno o due video. Poi vedremo se metterci a lavorare su un nuovo lavoro. Intanto registrerò sicuramente un nuovo disco con Il Vile perchè sono incapace di fermarmi. Sogni nel cassetto….se non ne avessi non saremmo qui a fare questa intervista…Ovviamente vorrei più visibilità nel panorama musicale italiano…non chiedo la luna ma quel che basta per poter partecipare ai grossi festival e magari riempire in prevendita qualche locale o avere un tour lungo un anno intero…

10) Con chi vorresti collaborare un giorno?

Restando coi piedi ben piantati nell’italica terra….a livello di produzione con uno qualunque tra i seguenti: Manuel Agnelli, Morgan, Capossela ed Alberto Ferrari dei Verdena …. a livello compositivo con Godano dei Marlene Kuntz ed Appino degli Zen Circus.. Inoltre mi piacerebbe molto fare un disco con Francesco “Franz” Valente (il Teatro degli Orrori/ one dimentional man) alla batteria.

11) Siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Vi saluto, vi invito ad ascoltare il mio disco come tutti i lavori nei quali ho sputato il sangue….ma soprattutto ad ascoltare quanti più lavori dei gruppi minori ed underground che trovate, così che possiate innamorarvi di qualcuno di loro e supportarlo….solo così la musica indipendente potrà sopravvivere e la cultura musicale rinascere. Grazie!