Presentatevi ai nostri lettori. Che musica fate? Come nasce il nome della vostra band?

“I Love Degrado” è un progetto aperto a tutti gli elementi musicali che ci piacciono ove Andrea Guerrini e Riccardo Frisari suonano basso elettrico, sintetizzatori, batteria, pianoforte e creano live looping. “I Love Degrado” è una scritta su un muro della zona universitaria bolognese scovata nei giorni di agitazione tra le istituzioni e gli studenti contro il degrado cittadino. Innamorarti ce ne siamo appropriati perché in essa vi è un concetto serio come il degrado, smorzato dal più “pop” I Love.

Che musica ascoltate?

Riccardo: Dal jazz al rock, non ho un genere preferito, mi lascio colpire da ciò che mi piace, il resto lo butto nel dimenticatoio.

Andrea: Cerco di non precludermi nulla, dai Beatles ad Aphex Twin, passando per Einsturzende Neubaten e Nirvana, credo che ovunque si possa trovare qualcosa di bello, interessante e stimolante da ascoltare.

Ci parlate della genesi del vostro album “L’inesorabile declino della civiltà occidentale – L’esotismo a buon mercato dei bazar”?

Il disco ha avuto tempi di gestazione molto lunghi dalla scrittura alla realizzazione. Non volevamo lasciare nulla al caso, e non avendo nessuna fretta, ci siamo dedicati a fare dei provini molto accurati sia per le parti sia per il suono. Così facendo siamo riusciti a pensare solo alla musica in modo molto chiaro e il risultato ci ha dato molta energia per andare avanti.

Su quale canzone del disco dovrei soffermarmi?

Andrea: Credo che gli ultimi tre brani, Cursor, XIII ed Eros, che abbiamo concepito come un unico momento musicale, siano un buon esempio degli elementi che ci piace miscelare nella nostra musica.

Riccardo: Non saprei dire quale, ognuna ha un carattere diverso. Dall’inizio alla fine del disco chi ascolta può soffermarsi e trovare il suo posto. Probabilmente direi “Cursor” per la sua ciclicità che non porta mai in nessun luogo.

Che strumentazione avete usato per l’elettronica?

Andrea: Per i bassi, oltre che il mio fido Fender Precision, ho usato un Korg MS20, per pad e arpeggi un Waldorf Blofeld, per le parti di percussioni elettroniche e noise ho lavorato con alcuni strumenti di Ableton Live, in particolar modo i due campionatori ed il synth fm, Operator.

Riccardo: Uso dei microfono a contatto sui tamburi, processando il suono attraverso dei pedali da chitarra, a volte creo dei loop di suoni (come in XIII) oppure di batteria (Cosmonauti – Due terzi)

Quale tecnica è stata usata per registrare il disco?

Abbiamo optato per registrare il più possibile in presa diretta minimizzando il più possibile le sovra incisioni. Il “Bunker Studio” di Rubiera (RE) grazie al prezioso aiuto di Andrea Rovacchi e Gabriele Riccioni è stato prezioso per questo nostro intento.

Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe? E se fosse un quadro?

Riccardo: Immagino subito le architetture, i percorsi, spazi urbani aperti, vedo acqua e monti. Mi sembra di vedere i colori e sentire i suoni di una città come Torino. I colori shock e le linee semplici di Keith Haring li associo alla nostra musica.

Andrea: Se fosse una città, sarebbe un cumulo di macerie sopra al quale io e Riccardo giochiamo a nascondino. Se fosse un quadro, non saprei, mi fido di quello che dice Richi che di pittura ed immagini ne sa molto più d me!

Quante volte suonate a settimana? Riuscite a bilanciare la vostra carriera musicale con la vostra vita?

Al momento abbiamo fatto diversi live e vogliamo aumentare il ritmo.
Ci stiamo costruendo una credibilità passo passo col lavoro, non abbiamo fretta e puntiamo alla qualità dei nostri live, anche con un pizzico di suspanse che vogliamo lasciare a chi ci ascolta.

Come vedete la scena underground italiana?

Andrea: Anche a me sembra che ci sia molto fermento in giro, ci sono idee, passione e voglia di suonare. Per come la vedo io, sarebbe bello se fra le varie realtà dell’underground ci fosse meno competizione e più collaborazione, che la competizione porti a migliorare la proposta la ritengo una grande falsità, quantomeno in campo musicale non credo possa funzionare

Riccardo: Vedo fermento, non so bene dove stiamo andando ma sento che qualcosa tra il pubblico sta cambiando. Non mi arrendo al pensiero che la gente sia stupida, la gente ascolta ciò che alcuni decidono debbano ascoltare.

Lasciate un messaggio ai nostri lettori e spiegateci anche perché bisogna ascoltare voi e non altri…

Andrea: Bisogna ascoltare noi e altri! Se siete in cerca di una band non patinata, indipendente ed emotivamente instabile, passate ad ascoltarci, che magari vi piacciamo pure!

Riccardo: Ciao Amici di Wezla,

Ascoltate quello che abbiamo da dirvi con onestà, qualità ed amore la nostra musica è per voi.