L’album è una raccolta di sette brani, più un radio edit della title track.

Elettronica e voce sono i veri protagonisti del concept, infatti si percepisce una sinestesia fatta di sintetizzatori, melismi, frasi parlate e groove dance. Potrebbe essere la perfetta colonna sonora per un film come “Il Quinto Elemento”, in cui tradizione e sperimentazione si fondono per creare un mondo futuristico.

La produzione è curata nel dettaglio, focalizzandosi su un suono molto aperto ed etereo, perfettamente centrato sulle basse e aperto nelle frequenze medio alte, pur avendo mandato in loop per tre volte l’intero album non mi sono stancato di riascoltarlo e ogni volta ho trovato nuovi dettagli e stimoli che hanno attirato la mia attenzione nei confronti di un genere che definirei di nicchia, perché non punta alla creazione di una hit radiofonica, bensì di un’immersione nell’ascolto.

Concludendo, mi piacerebbe vedere il progetto correlato da video particolari e un set live con DJ, voce, sintetizzatori e un gioco di luci laser, magari sorseggiando un cocktail blu elettrico fumoso servitomi da un androide con sembianze femminili.

a cura di Marco Germani