LaCùra è un progetto musicale molto interessante e alternativo che stimola un ascolto attento in un momento storico nel quale originalità e voglia di sperimentare sono quasi un delitto nel piattume del mainstream, dove tutto deve assomigliare al già sentito ed essere copia di una copia.

Al primo ascolto il sound “garage” molto grezzo della produzione (rigorosamente in presa diretta) è gradevole ed immersivo, a differenza delle super ricercate produzioni hard rock contemporanee il progetto ci riporta agli inizi degli anni novanta, quando il grunge ridefiniva il ruolo delle rock band, facendole tornare in sala prove ad alzare i volumi e a impattare sui timpani in modo crudo e feroce senza troppi fronzoli, quel momento in cui la demo era importante e veniva copiata su nastro e distribuita ai live chiassosi dei centri sociali.

L’utilizzo del basso come strumento principale insieme al groove ben articolato e ricco di fill del drum set è figlio dei primi Red Hot Chili Peppers o dei Primus, anche se i testi e il cantato (in italiano) ruvido e gridato ricordano i Subsonica e i CCCP, figli di un punk più raffinato nostrano. Geniale e stravagante l’utilizzo della voce da soprano come effetto di contrappunto melodico, quasi un fantasma nel mix che riecheggia come un pensiero schizofrenico doppiando la lead o vocalizzando in risposta alla stessa.

I testi curati danno una forte impronta cantautorale, arrivando diretti e rendendoci complici delle vicende narrate in modo metaforico dall’autore, che critica fortemente la falsità tipica della moderna società e dei rapporti tossici.

Quattro belle perle che consiglio a chiunque si sia stufato di sentire canzoncine lagnose o trapper autotunati, ma ha voglia di scuotere la testa e saltare come si faceva ormai tanto tempo fa…

Sarebbe bello stampare l’EP su cassetta per i nostalgici audiofili che ancora la utilizzano…

..a cura di Marco Germani…

Link per l’ascolto:

Spotify: https://open.spotify.com/album/0SEsmd8vyND1XUWIOzNnwp