Il nuovo singolo di Meda è un brano pop raffinato e splendidamente arrangiato. L’arpeggio introduttivo si incastra con un pianoforte creando un eco armonico come base del cantato, che cresce inserendo un po’ per volta il groove di batteria e basso per progredire fino ad esplodere nel ritornello che propone un’orchestrazione d’archi degna dell’orchestra di Sanremo.

Per tutto il brano melodia e testo sono protagonisti come il genere richiede, ma che colpisce veramente è la vastità di dettagli che l’arrangiamento propone: stacchi, frasi strumentali di risposta al cantato, ritmiche folk, armonie complesse che ci portano quasi negli anni settanta, con sonorità simili a Ventura Highway degli America.

Un lavoro di produzione degno di nota che meriterebbe di arrivare in finale al festival al posto di ciò che abbiamo sentito negli ultimi anni.

Il brano non ha cori o doppie voci, ma penso che sia una scelta voluta per poter focalizzare l’attenzione solo sulla voce del solista. Il mix è gradevole e molto italiano con voce e archi in primo piano, sarebbe bello realizzare un videoclip e una versione unplugged.

A cura di Marco Germani.

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