Michele Pavanello nasce ad Adria (Ro) il 5 agosto 1969. Entra in conservatorio nel 1978. Dopo 5 anni le regole troppo rigide lo portano ad uscire e incontra la musica per la strada, il blues, la west coast e diversi gruppi e formazioni musicali come bassista, cantante, pianista e autore. Nel 2006 incontra la christian music militando come pianista nella “Tribù di Yahweh”. L’amore sempre crescente per questo genere musicale, che si ispira a Gesù, lo porta a scrivere il suo primo album Otto Strade che esce nel 2014 per la casa discografica Moebius Records di Milano. A dicembre 2015 pubblica il singolo Canzone di Natale, i cui proventi sono stati devoluti al Caritas Baby Hospital di Betlemme.

A settembre 2016 il nuovo EP: Vento Caldo, interamente auto-prodotto. Cinque brani rock e blues per dare voce ad un profondo messaggio: “non dobbiamo vivere rassegnati, né indignarci per le ingiustizie del mondo, ma sporcarci le mani per cambiare le cose”.

Nella musica di Michele Pavanello, un cantautorato che si fonde con l’indie rock, c’è tanta passione e un anelito intenso verso aspirazioni poetiche ed utopiche(ma nemmeno tanto). Sia la sua musica che i suoi testi trasmettono luce, trasmettono sofisticatezza, eleganza e stile. “Le parole sono importanti”: è proprio vero! E ascoltando Michele Pavanello questa frase sembra acquistare tanto significato.

Bisogna liberarsi dalle catene, dai vincoli materiali! Questo sembra essere il messaggio che lancia Michele con la sua musica e con le sue parole dense di stimoli e di palpitazioni frementi. Le sue canzoni incitano ad una sorta di “rivoluzione”, rivoluzione che deve cominciare da noi stessi. Siamo gli unici ad avere il potere di poter cambiare il domani per un mondo migliore. Ognuno di noi diventa una sorta di “supereroe” quando aiuta gli altri a migliorare la propria condizione. Quindi, combattere “fino all’ultimo respiro” come dice Michele in “La storia non conta”, uno dei brani di “Vento caldo”…