1)Benvenuto su Wezla. Ci racconti la tua storia fino qui? Quali band e quali album ti hanno segnato maggiormente?

Come musicista nasco all’età di 12 anni come chitarrista (classico) e poi successivamente come cantante e autore. Ho sempre scritto canzoni, sin dai 15 anni, ma una buona parte della mia carriera come musicista fin qui è trascorso “sotto forma” di chitarrista, turnista studio e live. Gli album che ricordo di aver letteralmente “consumato” sono sicuramente “Images and Words” dei Dream Theater , poi praticamente tutta la discografia di Jimi Hendrix e dei Toto, praticamente un artista per generazione… Però, negli anni, i miei riferimenti e gusti musicali sono variati parecchio, mi sono molto interessato alla black music (soul, funk, blues, ecc.) e comunque ho avuto la fortuna di fare esperienze e studi musicali in quasi tutti i generi.

2)Puoi raccontarci qualcosa del tuo secondo album “Soul Surgery”? Come è nato? Come è stato registrarlo?Come riesci a fondere tutte insieme tante influenze musicali?

L’album nasce soprattutto con l’intento di proseguire sul filone vintage style del precedente “Change” ma volevo tirar fuori un suono più crudo indirizzandomi verso orizzonti più di matrice più Rock per cui ho prediletto molto i Riff di chitarra focalizzandomi sulla formazione e la resa dei brani per un ipotetico power trio. Abbiamo registrato la sezione ritmica “alla vecchia maniera” : insieme in presa diretta e credo che il feeling sia nettamente superiore. Per il mix e il master mi sono avvalso di strumentazione analogica che ha reso tutto più caldo e organico. Dal punto di vista delle influenze non mi do nessuna regola, cerco di seguire quello che mi dice l’istinto: se voglio avventurarmi in territori funk, soul piuttosto che gospel lo faccio con una certa dose di audacia e forse di incoscienza… Però credo che comunque il denominatore comune della mia musica sia la matrice Rock.

3)Quali sono le differenze con il precedente “Change”?

Il sound soprattutto: volevo un suono più grosso e ruvido e direi che posso ritenermi soddisfatto del risultato.
Inoltre ho cercato di limitare la mia vena “romantica” inserendo meno ballads e più brani dai riff potenti e trascinanti perché’ volevo un disco più ROCK e con più venature BLUES.

4)Quale è la canzone dell’album che preferisci?

E’ una domanda difficilissima!
Posso dirti che uno dei brani che credo mi rappresenti di più in questo momento sia “End Blues”.

5)Di cosa parlano i tuoi testi?

L’elemento autobiografico è sempre abbastanza presente, non amo inventarmi storie da raccontare, preferisco prendere ispirazione da fatti, incontri, persone, relazioni reali.