Resonanz Kreis scende in campo con un album intitolato “Analogue Influence”. Dieci tracce intense. Eteree come possono esserlo i fumi delle reazioni chimiche, talvolta urticanti, talvolta sativi. Elettronica vecchio stile (potente è l’influenza di sonorità post apocalittiche alla Röyksopp) che pure strizza l’occhio alle primissime uscite della Real World di Peter Gabriel.

Questo disco potrebbe essere la colonna sonora di un documentario sul Burning Man, il festival sui generis che dal 1991 si tiene ogni anno a Black Rock City, Nevada (le prime 4 edizioni si tennero invece a Baker Beach, San Francisco).

Sempre in tema di colonne sonore, mi colpisce la quarta traccia: “Prosody”. L’atmosfera cupa, dai forti toni “steampunk” ispira un fluire di immagini in libertà. Frames del primo “Blade Runner” si dissolvono in filmati di vecchia pornografia. Quasi impossibile parlare di mixaggio. Ci troviamo al cospetto più di un montaggio sonoro. Languido, sensuale e malinconico. Lo stesso “profumo”, moltiplicato per mille, si ritrova nella coinvolgente “Minute Beat”. Il senso della corsa infinita attorno ad un punto è deliziosa, come un pasticcino fatto di sola panna. Non si riesce ad afferrare eppure è buonissimo. Sensuale sino all’ipnosi il pezzo confluisce quasi senza soluzione di continuità nel brano seguente: “Simulcast”. Un violino semplice come un esercizio per migliorare la presa sull’archetto graffia la corteccia cerebrale, mentre la ritmica serrata ci induce una piacevole apnea.

L’intero lavoro è di grandissimo impatto emotivo. Il succedersi di campionature piuttosto datate non è affatto scontato e svelano una ricerca maniacale. Ogni layer è cesellato con maniacalità evidente. Avete presente “Il cacciatore di anoressiche”? Ecco, volendo ironizzare, se Marco Mariolini non avesse scritto quel libro, probabilmente avrebbe scritto questo disco! All’autore, prima di mandare a casa una pattuglia dei Carabinieri, facciamo i più vivi complimenti per quanto abbiamo ascoltato. Da sottolineare la traccia di chiusura “Life Cell”… bellissima… romantica… in fondo ad ogni “serial killer” c’è qualcosa di buono. Resonanz kreis ci ha letteralmente “uccisi”, folgorati e ce lo meritiamo!

a cura di Max