Resonanz Kreis. Più che un progetto solista lo si potrebbe definire un progetto solipsista. Chiuso a guscio nel proprio universo spirituale ha maturato un’eleganza degna del riccio. Il suo nuovo lavoro ”Isolation Therapy”, sin dal titolo, ci pare un manifesto d’intenti. Il mondo fuori VS il mondo dentro. Isolamento come terapia VS Terapia contro l’isolamento. Nulla rende il senso della distopia come queste sei tracce.

Nell’ordine: 1)Walking Alone 2)Silent Roar 3)Strange Thrill 4)Broken Balance 5)Gaps 6)Grimmel.

Esse compongono una sequenza continua, una sorta di flusso. Sono sei, ma potrebbe essere un’unica lunghissima traccia in cui i suoni primordiali dell’anima si fondono in nuance petrolio. La paletta dei colori è tutta virata sui toni del grigio. Pochissimo spazio alla luce. Ci sono suoni che rimandano all’esimio lavoro dei Kraftwerk miscelati a suoni più etnici che rimandano a Fever Ray. C’è tanta sapienza nel dosaggio e nella scelta, mai scellerata, di ciò che si va a fare con ciascuno di essi. Come già ebbi modo di dire tempo fa, la musica di Resonanz Kreis pare molto più simile al risultato di un laboratorio di chimica che non a quello di un musicista. Ogni sovraincisione è un esperimento che rispetta precisi dosaggi. Riscontriamo quasi una forma ossessiva in questa ricerca, tanto semplice eppure elaboratissima. Nessuna concessione. Pura trance mediatica. Pura trance messianica.

Come fosse una colonna sonora per un Wenders d’annata, la musica diventa un immenso pitone che finisce con l’ipnotizzare l’ascoltatore e fagocitarlo lentamente. Centimetro per centimetro. Attimo per attimo. Lo spazio che diventa tempo. Il tempo che diventa spazio. La bocca del pitone si fa sempre più grande… Davvero un ottimo lavoro!

A cura di Max

Link per lo streaming su Spotify: https://open.spotify.com/album/4fYj6hmmzuyH84WwYhLXka