Ciao. Potetee presentarvi ai nostri lettori? Da cosa nasce il vostro progetto musicale?

Ciao, noi siamo i Roofsize:, Giovanni Giardina (drums) e Salvo La Rosa (keyboard). Il nostro progetto in realtà nasce dalla voglia di non diventare un progetto. Non avevamo pianificato i Roofsize ma c’era solo la volontà di condividere una stanza, degli strumenti e delle idee. Poi tutto questo è diventato un progetto che ancora oggi non abbiamo pianificato.

Come è nata la band e l’idea del nome?

La band è nata non per volontà nostra ma per volontà di terze persone ; venivamo da un’altra esperienza musicale, la classica band completa con tutti gli elementi al posto giusto. Elementi che nel corso del tempo diminuivano sino al tal punto di rimanere solo noi due.. Da lì decidemmo di non cercare più nessuno e di diventare un duo strumentale. L’idea del nome è nata grazie al soffitto della nostra sala prove… Un tetto bassissimo, irregolare ma soprattutto pericoloso. Le nostre teste ne sanno qualcosa… la dimensione de tetto era diventata per noi un ossessione e quindi non potevamo che chiamarci Roofsize!

La vostra fonte di ispirazione…

Tutto quello che ci circonda, il nostro vissuto, la nostra città e i suoi colori… ma soprattutto I tetti…

Musicalmente, cosa ascoltate?

Il nostro background è sicuramente rock ma la realtà è che fondamentalmente ascoltiamo di tutto, dal Metal all’Elettronica, dal Rock Prog fino ad arrivare al Pop.. Crediamo che per poter sperimentare non devi crearti dei limiti nell’ascolto.

La vostra musica ha diverse influenze, come la definireste in tre parole?

Rock, Elettronico, Sperimentale

Potete presentare ai nostri lettori il vostro nuovo ep appena uscito?

Il nostro nuovo EP, a differenza del primo non è stato preparato per diventarlo.. Non c’era neanche l’intenzione di farlo. Nel corso delle prove uscivano brani nuovi che proponeva o direttamente ai live. Solo in un secondo momento ci siamo resi conto che avevamo creato un EP che abbiamo raccolto in DUEP!

Quale traccia preferite di questo ep?

Sappiamo bene che non bisogna avere mai preferenze fra i propri figli, ma di uno ne siamo sorpresi, perché era inaspettato:, Carta Forbice Pietra. Un brano che abbiamo appositamente creato per una mostra pittorica di IGOMENICO e che è divenuto un pezzo che suoniamo sempre ai nostri live.

Che consiglio dareste ad una giovane band che vuole approcciarsi al mondo della musica?

Questa domanda ci fa sentire vecchi. Di sicuro consigliamo l’approccio che abbiamo avuto anche noi, non artefatto ma con i piedi per terra. Noi non ci siamo mai presi sul serio e neanche abbiamo dovuto cambiare la nostra personalità. Quindi: evitate di fare gli “Artisti” e restate quello che siete, sarete più apprezzati!.

Se poteste definire la vostra arte in una parola, quale sarebbe?

Bizzarra

Secondo voi in un artista o in una band il talento e lo studio in che modo devono coesistere?

La formula perfetta sarebbe alla pari. Ma considerando che la perfezione è una cosa rara, almeno il talento devi averlo, poi puoi arricchirlo con lo studio, cosa fondamentale, ma di sicuro una predisposizione di base, più che talento, pensiamo che devi averla.

Quanto è importante trasmettere emozioni al proprio pubblico?

Se vuoi fare l’artista è la cosa primaria. Se on trasmetti ovviamente non puoi avere un pubblico e neanche un seguito; ma se vuoi fare “Arte” non è importante, basta trasmettere cosa provi per l’arte.

Qual è il vostro mito musicale?

I nostri miti musicali sono tanti non ne abbiamo solamente uno di riferimento, e crediamo che dopo gli anni 70 con i vari Jim Morrison, Hendrix, Joplin (tanto per citarne alcuni) non ne siano più esistiti… Ma se dobbiamo citarne uno che, ad oggi, rappresenta il mito più vicino a noi, non per lo stile musicale, ma per il percorso che ha fatto da artista e persona nella nostra stessa terra d’origine è sicuramente Rosa Balistreri.

Quali sono le tappe essenziali del vostro percorso?

Tutti i live che abbiamo fatto… Ogni nostra singola esibizione è stata essenziale per il nostro percorso. Siamo cresciuti grazie a questo.. Ogni live ci ha sempre imposto un gradino da dover salire, verso la nostra crescita.

Progetti futuri?

Continuare a non pianificare.