Quarto lavoro in studio per il cantautore cagliaritano Stefano Matta, “Storie”, che segue “Ammore & Rabia” (tra passato e presente) (La Stanza Nascosta Records, 2017) e le due auto-produzioni, “Vento idiota” e “Il lupo della steppa”.
Iniziamo subito a parlare della grafica, curata da Luigi Desogus; in copertina un particolare della splendida opera murale realizzata dall’artista Luigi Lai a San Sperate (Sardegna) nell’ottobre 2016.
Parole e musica sono di Stefano Matta, mentre gli arrangiamenti sono stati curati magistralmente dal cantautore e polistrumentista romano Leonardo Guelpa, in arte Clyde, e dal musicista e produttore Salvatore Papotto, che si è inoltre occupato della post-produzione.
“Storie” conferma Stefano Matta cantautore di spessore, capace di dare vita ad un universo autoriale immediatamente riconoscibile. Il suo canzoniere può forse essere accostato, per potenza espressiva, a quello di un altro cantautore sardo, Nicola Pisu.
Nell’era dei singoli usa e getta Matta ci sorprende con un concept album che fa della parola il centro narrativo ed emozionale; le “Storie” di Matta a volte accarezzano e a volte destabilizzano l’ascoltatore, trascinandolo in un orizzonte sonoro eterogeneo e affascinante.
Particolarmente riuscita “Manu invisible”, dedicata all’omonimo street artist di origini sarde, conosciuto ormai in tutta Europa. In apertura del brano le magiche launeddas di Giacomo Lampis (già allievo del grande Luigi Lai); le sonorità tipicamente sarde dell’incipit evolvono poi in un andamento flamenco marcato dai virtuosismi della chitarra di Leonardo Guelpa (in arte Clyde).
Impeccabile il basso di Salvatore Papotto, che firma interamente anche i preziosi arrangiamenti della elegante “Il più grande Uomo”.
Atmosfere funky (Storie), andature rockeggianti (San Juan, Voci da un bar), suggestioni da chansonnier francese (Ballata dell’eroe), coloriture country (La ballata dell’emigrante, Il giovane Werther) e tradizione cantautoriale italiana (Un cantautore), con particolare riferimento a Guccini, si intrecciano in un lavoro corposo, riuscitissimo a livello di sonorità e testualmente ricercato.
Voto: 9/10