Oggi su Wezla abbiamo il piacere di ospitare i The Dolly’s Legend! Ragazzi come è cominciata questa avventura?
Ciao, sono Frank (cantante e chitarrista)! L’avventura è cominciata nel 2007 “in solitaria”, praticamente ho messo in piedi The Dolly’s Legend da solo esibendomi in versione voce chitarra e armonica. Ho suonato circa cento volte e registrato tre album fino al 2010 poi, nel 2012, mi sono preso una pausa di tre anni prima di riprendere il progetto. I ragazzi, Claudio,Steve e mia moglie Nataly, si sono aggregati nel 2015 ed è nata anche la TDL Band.
Il vostro ultimo lavoro, Wolves’ Songs, ha fatto parlare molto bene di se. Quali sono le basi per tirare su un disco così coerente?
Mi fa piacere che se ne parli bene perché ci abbiamo lavorato tantissimo! Guarda penso che se credi nelle canzoni che hai scritto e il risultato complessivo che ascolti ti piace hai già fatto centro per quanto riguarda la coerenza. Poi se piace al pubblico meglio ancora. L’unico aspetto molto sottovalutato che per me ha un’importanza stratosferica è la tracklist dell’album: l’ordine è un valore aggiunto fondamentale! Con gli stessi brani tracklist diverse fanno un’enorme differenza… almeno per quelli come me che ancora ascoltano gli album interi!
Nuovo singolo e video, Lighthouse, ed una dedica speciale… ce ne volete parlare voi?
L’ho dedicata a Chris Cornell. Non penso che avrei cominciato a suonare seriamente se non avessi ascoltato un giorno per caso la sua musica. La sua voce e i suoi testi sono stati illuminanti ed ancora oggi sono il mio principale punto di riferimento. È difficile da spiegare il significato che ha avuto per me questa persona… Non saprei cos’altro dire perché semplicemente è stata la presenza fissa durante tutto il mio percorso musicale… E lo sarà sicuramente ancora anche se non riesco più ad ascoltare la sua musica a lungo dopo il 18 maggio di tre anni fa: troppe emozioni. Ma lui c’è sempre.
In tutto quello che fate, dai testi ai videoclip passando per i vari brani, si percepisce “realtà”. Come nascono le idee all’origine delle vostre produzioni?
Infatti è proprio dalla realtà che nascono i brani. Qualsiasi testo nasce da situazioni, sensazioni o altro che ho provato, a volte è difficile anche trovare un senso ad alcuni dei miei testi e mi va bene così perché al momento della scrittura del brano era ciò che mi passava in testa e ho sentito che “girava”. Per le produzioni, sempre in tema realtà, mi affido sempre al mio piccolo home studio perché voglio avere il pieno controllo su ciò che esce, sembrerà presunzione ma non ho mai approvato i pseudo produttori che, in cambio di soldi (quindi senza minimamente credere nel tuo progetto), ti danno consigli su come una cosa debba suonare meglio o peggio o ti danno regole assolute da seguire. Ho provato in passato un’esperienza del genere e l’ho troncata sul nascere. Non nascondo che qualche errore mi è scappato e mi scapperà in produzione, mixaggio o in qualsiasi altra parte nei miei album ma, ripeto, voglio avere il pieno controllo di quello che faccio quindi mi va bene così: è sempre uno stimolo a migliorare.
Se doveste paragonarvi ad un grande artista del passato chi sarebbe?
Domanda difficile… anche perché il commento più ricorrente, che ci fa super piacere, è che, nonostante si sentano tutte le influenze musicale, abbiamo un sound e una scrittura molto riconoscibile e personale. Comunque oserei (la sparo grossa) dire Springsteen versione rozza anni ’90… Rozzi noi ovviamente 🙂
Il Coronavirus ha messo in stand by il mondo, e di conseguenza anche i concerti. Voi come state vivendo la situazione? Siete una band che macina chilometri o sbaglio?
Beh, direi come tutti, non proviamo da un sacco ed, extra musica, abbiamo tutti i nostri problemi di gestione familiare e lavorativa. Avremmo un concerto il 6 giugno ma so già come andrà a finire e, cosa ancora più triste, avevamo un bel po’ di date in trattativa che stavano andando a buon fine ma poi è arrivato il Covid. Peccato perché era la stagione giusta per fare uscite importanti con la band visto che spesso, a causa dei piccoli locali o esigenze di volume, sono costretto a fare le serate in solitaria o in duo con Steve e lì sì che ne ho macinati di chilometri. Non vedo l’ora di tornare live coi ragazzi.
La prima cosa che faranno i The Dolly’s Legend finito il lockdown?
Assolutamente registrare il nuovo album. Un motivo in più per cercare date in futuro visto che la ripartenza dei concerti non sarà immediata abbiamo tempo per fare un bel lavoro!
Grazie della disponibilità Frank, l’ultimo intervento lo lascio a te, di pure quello che vuoi!
Intanto grazie mille dell’intervista! Vi invito ad ascoltare Wolves’ Songs sul canale YouTube. Nel frattempo seguiteci su Facebook: www.facebook.com/thedollyslegend e vi invito, finito questo momento difficile, a sostenere la musica live e ad andare ai concerti delle Band che propongono musica propria.