Come sono stati i vostri inizi con la musica?
Gabriele: Sono sempre stato appassionato di musica fin da piccolo e ho avuto alcune esperienze minori e discontinue con band di vario genere prima di iniziare a studiare prima canto e successivamente anche pianoforte. Negli ultimi anni ho fatto parte di una band che proponeva sia cover che inediti in inglese, fino poi ad arrivare al progetto Uskoritel.
Raoul: Io ho iniziato a studiare musica in maniera classica, partendo ovviamente da una passione preesistente. Col tempo sono poi passato alla musica moderna. Come Gabriele anche io prima di Uskoritel ho avuto qualche esperienze in band di genere totalmente diverso da quello che proponiamo ora.
Quali sono gli artisti che influenzano e che hanno influenzato in passato le vostre scelte musicali?
Gabriele: Ascolto moltissimi generi musicali diversi, posso citare, tra gli artisti che più mi hanno influenzato, sicuramente Oasis, Lucio Dalla, Lucio Battisti, Vasco Rossi, Cesare Cremonini, Beatles, MGMT, Tame Impala, Blur, Arctic Monkeys, Stone Roses…
Raoul: La lista sarebbe lunghissima. Cito sicuramente anche io Oasis, poi Guns’n’Roses, Nirvana, Lùnapop e poi Cremonini, Lucio Dalla, Rino Gaetano, Blur ecc..
Essere emergenti ora. Che Italia discografica vi trovate davanti?
Gabriele: La situazione è parecchio complessa, oltre ad offrire un buon prodotto qualitativamente parlando è necessaria una comunicazione efficace, per far sì che un progetto possa distinguersi dagli altri. La migliore risposta ad un contesto in cui non si vendono più dischi è, a mio parere, quella di suonare spesso live, avere una proposta convincente, credere fino in fondo a quello che si sta facendo e offrire contenuti diversificati che acuiscano quello che si sta comunicando con la musica.
Raoul: Sicuramente ciò che troviamo davanti a noi non è rassicurante. O meglio, serve, come ha detto Gabriele, sapersi muovere davvero bene sia a livello qualitativo che a livello promozionale poiché attualmente il mercato emergente è abbastanza saturo e riuscire a fare valere la propria offerta diventa logicamente più complesso. Inoltre, per riprendere ancora la risposta del mio socio, è importante anche avere una buona riuscita live.
Ci parlate del vostro progetto artistico? Raccontate tutto per bene….
Gabriele: Uskoritel è una band con un nucleo stabile formato da me e Raoul e da altri musicisti che ci gravitano attorno e che ci supportano in alcune fasi dell’attività di registrazione e soprattutto per quanto riguarda il discorso live. Pur essendo a tutti gli effetti indie, facendo parte di un’etichetta indipendente, vogliamo discostarci in parte da questo filone, cercando di non assomigliare a nessuno ma creando una commistione tra tutto ciò che ascoltiamo, unendo suoni ricercati e strumenti tradizionali a tecnologie moderne e approcci più elettronici.
Raoul: Condivido completamente la risposta di Gabri.
“Largo” è un singolo con sonorità tra brit pop e indie rock. Di cosa parla il testo?
Gabriele: Il testo parla della situazione in cui ci si trova quando una persona che riveste un ruolo importante nella nostra vita finisce per ritrovarsi al “Largo” appunto, alla deriva, allontanando anche le persone che ama a causa di paure e difficoltà che le hanno tarpato le ali. È un testo autobiografico in cui però penso che si possano riconoscere molte persone.
Raoul: In questo caso il testo nella sua forma più pura è stato scritto da Gabriele, quindi lascio a lui la spiegazione. Sottolineo però quanto scritto nelle ultime righe: in Largo ci si può rivedere ognuno di noi e dunque è bene che ognuno di noi le attribuisca poi le sfumature di senso che più gli appartengono.
Di quale messaggio volete essere portatori con la vostra musica?
Gabriele: Fare musica è come salire sul bancone di un bar e urlare in faccia ad una platea indistinta quello che ti sta accadendo direttamente o a chi ti sta attorno. Le reazioni di questo pubblico possono essere disparate, discordanti e spesso anche indifferenti. Tuttavia il bisogno di voler trasformare parte del proprio vissuto in qualcosa che possa avere una valenza artistica, cercando quindi di “nobilitare” la propria esperienza, è più grande di ogni possibile reazione sfavorevole e spesso può anche fare del bene a chi ti ascolta, mostrando a qualcuno che esiste una magia bellissima chiamata musica che è in grado di valorizzare la semplice quotidianità.
Raoul: Tramite la musica spero di poter fare arrivare a più persone possibile quella che è la dimensione intimistica dalla quale hanno origine le nostre canzoni. Fare arrivare un pezzo di sé a chi ti ascolta e da lì donarglielo per sempre in modo tale che ognuno possa gestirla più a modo suo. Il regalo più grande sarebbe poi che questa persona né traesse in qualche modo un vantaggio emotivo, una consolazione, o qualsiasi cosa che possa farla stare bene o meglio.
Potete anticiparci qualcosa sui vostri prossimi progetti musicali?
Gabriele: Prossimamente seguirà un video su Youtube per “Largo”, più avanti un nuovo singolo, magari un EP. Parallelamente stiamo lavorando per intensificare l’attività live. C’è quindi molta carne al fuoco.
Raoul: Appena terminerà, con video su YouTube, il lavoro su “Largo”, ci dedicheremo a continuare la produzione in studio. Prima uno o più singoli e poi magari qualcosa di un po’ più grande.
Il vostro progetto musicale nasce tra Milano e Pavia. Come è la scena indie in Lombardia?
Gabriele: Molto attiva direi! Conosco personalmente moltissime band davvero valide appartenenti a questo filone che comprende in realtà generi diversissimi tra loro.
Raoul: Come ha detto Gabriele è assolutamente attiva. Solo nella nostra città ci sono davvero tante band! Anche quasi tutti i musicisti che suonano con noi hanno progetti indipendenti vari e molti validi, insomma ci si sta dando da fare!
Quali sono le vostre qualità che possono attrarre un eventuale nuovo ascoltatore?
Gabriele: Penso che la cura con cui cerchiamo di comporre i pezzi, il fatto che proviamo ogni giorno a creare brani diversi l’uno dall’altro senza copiare altre band più note, la passione che mettiamo nei testi, inserendo elementi molto personali che tuttavia possono avere un significato diverso per ciascun ascoltatore, siano gli elementi che formano il nostro suono.
Raoul: Probabilmente le qualità che ci appartengono e che possono interessare maggiormente a qualche nuovo ascoltatore riguardano l’aspetto sonoro e lirico. Per aspetto sonoro mi riferisco proprio in campo pratico alla ricerca di strumenti interessanti, di cura nell’esecuzione e di lavoro in studio per ottenere qualche soluzione innovativa e inusuale nei nostri pezzi; per esempio in “Largo” ricorre costantemente uno strumento coreano che si chiama Gayageum e che penso possa essere considerato abbastanza inusuale ne e “innovativo” nell’ottica del Pop italiano. Per quanto riguarda l’aspetto lirico invece può essere ripreso quanto detto da Gabriele.
Chi si occupa del songwriting?
Gabriele: Solitamente mi occupo io della scrittura dei testi però c’è sempre un lavoro successivo di “revisione” assieme a Raoul. Essendo un progetto condiviso, trovo giusto che ogni testo, così come accade per la parte musicale, debba essere analizzato assieme e che i concetti espressi da un preciso testo debbano essere anche in parte comuni. Ad ogni modo, per alcune canzoni sulle quali stiamo lavorando, il testo è stato scritto da Raoul.
Raoul: Sia nella stesura del testo che nel suo arrangiamento musicale c’è alta collaborazione. Tendenzialmente, nella maggior parte dei pezzi su cui stiamo lavorando, per quanto riguarda il testo è Gabriele che se ne occupa, mentre io vado più sull’aspetto musicale ma, come ha detto anche lui, alla fine il risultato che offriamo è frutto comunque di qualcosa visto e rivisto insieme.
Un ricordo indelebile di un live…
Gabriele: La parte più bella comune ad ogni live è vedere le persone attorno a noi, soprattutto chi ci segue da più tempo, cantare le nostre canzoni. È sempre speciale vedere che qualcuno si riconosce in ciò che scrivi e suoni.
Raoul: Il ricordo più indelebile che ho riguardo un live è quando stavo suonando, non con Uskoritel, “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin ma nel momento del solo è successo un casino con la band e ci siamo fermati. Il problema è che mi ero anche inginocchiato per farlo…
Per concludere, invogliate i nostri lettori ad ascoltare la vostra musica….
Gabriele: Noi cerchiamo sempre di creare canzoni mettendoci il cuore, questo sono sicuro che si possa sentire nei nostri live e in “Largo”. Penso parlare a cuore aperto a chi ti sta attorno sia il modo migliore per far sì che chi ci ascolta possa diventare un nostro “compagno di viaggio” in questa nostra avventura musicale!
Raoul: In Largo spero possiate ritrovare una parte di voi, sentirvi a vostro agio tra le sue note… datele un ascolto e lasciatevi trasportare!