Il progetto RaestaVinvE, di Vincenzo Vescera e Stefano Resta, si muove dal presupposto semplice ed onesto di voler fare musica “indie”. Ma nel percorso si evolve e diventa tanto complesso che finisce col diventare altro. La cosa non è affatto un male, anzi!

Nel video che ci presentano, “Senza cuore”, si è lavorato in modo così certosino da essere riusciti a rievocare scenari ormai quasi dimenticati della musica “leggera” italiana. Il brano pare riportarci al lavoro dei migliori artisti del pop italiano di rango. Vi si ritrovano echi di Alex Baroni, Nino Bonocore, Mango… sonorità concertate, equilibrate, che restituiscono un’identità professionale a ciò che si fa, lontani dall’approssimazione dei lavori usciti negli ultimissimi anni, stigmatizzati con una velleità “indiependente” ed un genere che, forse, neppure esiste: itpop. Del resto basta guardare chi ha lavorato a questo brano per capirne l’indiscutibile valore musicale. Il brano è stato confezionato presso “Gli Artigiani Studio” di Maurizio Loffredo e Daniele Sinigallia (solo per citare alcune produzioni: Riccardo Sinigallia, Coez, Deproducers, Marina Rei) ed al brano ha collaborato Francesco Di Bella (24 Grana).

La storia che ci raccontano i ReastaVinvE è una storia semplice. Una relazione saffica vissuta con leggerezza che pure ha un finale non banale. Una storia qualunque, perché diciamoci la verità, il tema dell’amore omosessuale, in pieno XXI secolo, non scandalizza più nessuno (o quasi, viste le ultime vicende in cui è incappata, suo malgrado, la povera Paola Turci). Invece è proprio in quel finale un po’ conformista (la protagonista abbandona la compagna per un avvenente ragazzo) che gli autori sembrano porre l’accento su altro. Ognuno ne tragga la morale che vuole. Quello che è certo è che questo video, questa canzone, sembrano segnare il passo e, forse, decretare la fine di un periodo. In fondo siamo alla conclusione degli anni 20, per ciascun secolo, sempre un traguardo importante. Che sia terminata per sempre la stagione del “famigerato” indie italiano e si stia tornando ad una graduale, ma inesorabile “restaurazione”? Citando Battisti: “Lo scopriremo solo vivendo”.

a cura di Max