Cafiero (musicista, cantautore e produttore), anima sensibile dalla voce catturante, ha pubblicato l’inedito “Ti guardo ancora un po’” schierandosi al fianco della Protezione Civile Nazionale e della Regione Puglia nella lotta contro il Coronavirus. Un atto d’amore da parte del cantautore nei confronti della musica e della nazione. Il brano mostra la poliedricità stilistica dell’artista ed anticipa il nuovo progetto discografico, in uscita nei prossimi mesi.

Cafiero, com’è nato il singolo “Ti guardo ancora un po’”?

La distanza, in questo periodo, è simbolo di rispetto e amore verso gli altri e il singolo è stato principalmente composto dal sentimento dell’amore. Ero a casa, come tutti i cittadini italiani, per lo stop/quarantena e stavo iniziando a scrivere “Ti guardo ancora un po’” quando Filippo Longo (batterista) mi ha inviato una demo da ascoltare contenente una sua composizione alla batteria, registrata nel suo home studio recording “Jungle Studio”. Il suono mi è piaciuto molto e gli ho chiesto se potessi utilizzarlo per il nuovo brano. Da lì è partito tutto. Ho coinvolto Tonio Longo al basso e Daniele Leucci che da Roma ha mandato percussioni e vibrafono. La tecnologia è, da tempo, super efficiente per far sì di poter lavorare a distanza. I missaggi e il mastering sono stati lavorati e finalizzati da Filippo nel suo studio.

L’influenza che le immagini hanno sulla psiche di ogni individuo, generando pensieri ed emozioni, è uno dei punti di riflessione del brano ma non è l’unico… Qual è il messaggio che intendi trasmettere alla gente?

Il potere delle immagini e della poesia nelle canzoni per me è fondamentale per poter riuscire di trasmettere emozioni libere e non vincolate. Non ho mai apprezzato i testi poco poetici e con poche immagini soprattutto i testi di molta musica attuale che lasciano poco spazio alla fantasia di chi ascolta e piuttosto sottolineano soltanto momenti reali o attuali, a partire dalla scena indie fini ad arrivare al pop e alla trap. Spero che la poesia possa essere sempre protagonista insieme alla musica. “Ti guardo ancora un po’” è una canzone che nella sua malinconia è piena di speranza, è come uno sguardo assorto ad ammirare un bel tramonto e proiettato verso una nuova alba.

Solitamente, come nascono i tuoi testi?

Nascono di getto e senza sforzo, quando arriva il momento di completare o descrivere un’ emozione. A volte mi convincono ed altre volte apporto delle modifiche e cerco di migliorare un testo per mesi, alcune volte anche anni.

Nel 2015 ti sei aggiudicato il premio “Miglior chitarrista dell’anno” al concorso indetto dal “MEI”. Come definisci il rapporto con la tua chitarra?

La chitarra è così parte integrante di me come fosse un prolungamento del mio corpo e dell’anima. Lo è così tanto che, naturalmente, mi sento fuori dai canoni del chitarrista standard sempre pronto a dimostrare quanto sia bravo attraverso video o tutorial tecnici, sempre pronto a sottolineare di essere un chitarrista rock piuttosto che blues o pop. Non mi sento parte di quella categoria nonostante il premio ricevuto ma la chitarra, per me, è semplicemente un organo vitale come il cuore.

Il tuo percorso artistico è caratterizzato da una serie di esperienze e di collaborazioni prestigiose; c’è un episodio che, nel ripensare, ti reca tuttora emozione?

Sicuramente l’Arena di Verona dove ho avuto il piacere di suonare ultimamente ma anche Sanremo. Ah se ci penso… In questo periodo storico, in cui siamo fermi senza sapere cosa sarà il futuro, le grandi emozioni vissute si amplificano.

Ti sei avvicinato alla musica da piccolo; cosa direbbe oggi quel fanciullino di allora?

Non direbbe niente ma sarebbe incredulo ridendo di gioia.

Come sarà strutturato il nuovo progetto discografico?

Il progetto conterrà, oltre al singolo “Ti guardo ancora un po’”, dei nuovi brani inediti ad altre sorprese. Il tutto sarà racchiuso in una Pendrive molto particolare e densa di contenuti che veicolerò in un primo mento solo attraverso il web e poi, successivamente, si vedrà.

Progetti futuri?

Ad oggi più che progetti futuri direi sogni… Spero che tutta questa situazione triste finisca presto e poi suonerò come sempre ovunque, più di prima, come un uragano!