E’ Salvatore Cauteruccio, vicino, per certi versi, come sonorità, timbrica e tematiche al Dimartino di “Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile”, l’ideatore del progetto Cauteruccio, su tutti i digital-stores con “La vera storia du Pigeon Boiteaux”(La Stanza nascosta Records, 2018). Dispiacerebbe se questo piccolo gioiello passasse inosservato, fagocitato dal mare magnum di uscite di sedicenti indie senza nulla da dire.

Il secondo momento migliore”, “Brutti”, “Amore sprecato”, “Siamo sono sei”- solo per citarne alcune- sono canzoni dal forte impatto emozionale e dalla intensa forza immaginifica, capaci di raccontare storie autentiche senza trincerarsi dietro cripticismi alla moda o sensazionalismi postmoderni.

L’attuale line up della band vede Stefania Ceccarini alla batteria e ai cori, Diego Gnaldi al basso e ai cori, Matteo Paolucci alla chitarra e alle tastiere, Salvatore Cauteruccio alla chitarra e alla voce. Una formazione che non ha paura della semplicità, intesa come genuinità della narrazione, sorretta da soluzioni melodiche sempre vincenti.