Quando si vuole parlare di “metal” si entra in un campo minato, perché si sa che ogni metallaro predilige un genere e se è un metallaro contemporaneo sicuramente un sotto-genere, quindi bisogna fare molta attenzione anche solo a catalogare una band o un progetto perché si potrebbe fare brutta figura.

Nell’imbarazzo preferisco dire che questa band accontenta tutti, infatti a un primo ascolto si percepiscono molti rimandi a band storiche (Pantera, Metallica, Evanescence, Anthrax, Slayer) sia per sonorità percepite che per tipologia di riff e accordature “standard”, il che rende il prodotto gradito ad un appassionato più “datato” come il sottoscritto ma non per questo banale. Chitarre clean con arpeggi aperti si incastrano con power chords supersaturi, per poi fondersi all’unisono e nuovamente sdoppiarsi tra parti melodiche e ritmiche. La batteria porta i groove per poi passare a raffiche di doppia-cassa e qualche blast-beat mentre il basso doppia tutto per dare corpo al sound generale.

Anche se parliamo di metal, in realtà i due protagonisti restano per tutto l’album la voce da soprano femminile alla Macbeth ed il growl maschile molto profondo alla Corey Taylor, l’alternanza di queste tessiture estreme porta a non annoiare mai e a fondere i due mondi, creando un agrodolce adatto a palati raffinati.

La produzione è molto curata con chitarre molto aperte stereofonicamente (molto probabilmente per dare anche maggiore spicco ai differenti ruoli) batteria precisissima con cassa e rullo perfettamente bilanciati nel mix e basso che spinge in modo non esagerato. Le voci belle presenti e in primo piano senza dover essere affogate nel reverbero e un mastering non esagerato rendono l’ascolto perfetto per un prodotto su CD (anche se il mio ascolto è stato in cuffia ed in streming) senza sfondare le casse dell’impianto con la solita loudness war.

Un album di 55 minuti è un bell’impegno per la scrittura dei brani e la produzione visti gli ultimi album di band famose striminziti di 30, 35 minuti, ma scorre bene senza annoiare mai e alterna momenti più orchestrali e parti cantante in duetto o solisticamente. A questa band auguro vivamente di poter emergere perché, come da premessa, strizza l’occhiolino un po’ a tutti i metallari ricordandoci il passato ma non risultando mai banale.

A cura di Marco Germani