Benvenuti. Presentatevi e parlateci del vostro progetto musicale…

Siamo musicisti provenienti da esperienze diverse. Ci siamo conosciuti lavorando insieme in altri progetti, e da qui l’idea di collaborare per un progetto nostro di musica originale. Ci accomuna la passione per la musica pop rock anglo-americana quindi l’obiettivo è quello di raccontare delle storie che per noi sono importanti dandole un respiro internazionale.

Avete pubblicato il nuovo album “Everything’s Not Lost ”. Raccontateci tutto….

A un anno di distanza da “Sorry For Being Late” avevamo idee per 40 brani, li abbiamo ridotti a 20 e di questi ne abbiamo scelti 12 da produrre per l’album. Siamo partiti dai brani chitarra e voce ma nel nostro modo di lavorare l’uso della tecnologia e quindi di una DAW è fondamentale anche nella fase di pre-produzione. Il più delle volte eravamo seduti davanti a un computer piuttosto che dietro ai nostri strumenti. Durante la lavorazione abbiamo scartato altri 3 brani e ne abbiamo aggiunti 2 nati più tardi, che erano “Don’t Give Up” e “Future Never Lies”. Una volta convinti delle pre-produzioni di tutti i brani siamo passati alle sessioni di registrazione. Abbiamo cambiato studio a metà dell’opera e finito il disco a “Kate Academy Studio” che è diventata la nostra nuova casa. Difficoltà nelle registrazioni no, solo una maniacale attenzione ai dettagli che per forza di cose ha reso necessario un buon numero di ore di studio.

Quali sono le differenze con i lavori precedenti?

L’Ep è stata una sorta di esperimento, non ci conoscevamo ancora così bene. Non sapevamo bene quale fosse la nostra direzione ma sapevamo che volevamo farlo insieme. L’album invece è stato un lavoro più corale fin dalle prime battute, attraverso il quale abbiamo avuto la possibilità di andare in fondo a diversi aspetti della nostra musica. In più l’EP aveva sicuramente un carattere più pop, per Everything’s Not Lost in accordo con le storie che volevamo raccontare siamo andati alla ricerca di un sound leggermente diverso.

Quale è la vostra massima ambizione come artisti?

Non smettere mai di crescere, evolversi, cambiare idea, creare musica, e riuscire ad essere ascoltati dal maggior numero possibile di persone, un pubblico il più possibile eterogene.

Quale messaggio volete trasmettere?

Il nostro compito non è quello di mandare messaggi, ma se ne abbiamo uno è quello legato alla speranza, al non mollare mai e al credere in sé stessi. La vita spesso ha molta più fantasia di un buon romanzo o di un buon film, e ci piace pensare che il meglio debba ancora venire.

Quali sono i vostri miti musicali?

A volerli nominare tutti potremmo riempire pagine e pagine, eh eh eh. Volendone citare qualcuno che lo è per tutti noi diremmo i Beatles, gli U2, i Coldplay, Steven Wilson, i Police.

Come valutate la situazione musicale in Italia?

Bob: Per me la situazione in Italia è ai limiti del drammatico. C’è molto fermento ma pochissima originalità, si tende a inseguire la moda o la tendenza del momento creando un desolante esercito di cloni, dei cloni, dei cloni… so che i miei due colleghi la pensano in modo diverso… eh eh eh…

Gianfranco: Anche secondo me la situazione è molto grave. A parte qualche rara perla il 90% per me è da buttare. Salvo Niccolò Fabi, Max Gazzè (non tutto) e pochi altri.

Andrea: Io credo che ci sia moltissimo fermento. Tanti artisti emergenti hanno qualcosa da dire, bisognerebbe investire di più su questi con uno scouting che insegua il talento e la qualità piuttosto che il numero di follower su Instagram o gli stream già ottenuti su Spotify.

Che consiglio vi sentite di dare ad una band o ad un artista agli esordi?

Bob: Di scrivere roba originale e di cercare la propria “voce” e il proprio suono per cercare di essere il più possibile indipendenti a livello creativo… non inseguite la moda del momento perché poi passa e sarete costretti a inseguirne un’altra sacrificando decisamente lo sviluppo della vostra personalità. Credete sempre in voi stessi, a qualsiasi costo…

Gianfranco: Per citare Silente (di Harry Potter) imparare a scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile … Sarebbe meglio suonare tanto da soli e molto di più insieme… smettere di produrre solo con il PC cercando solo scorciatoie e approvazione social

Andrea: aggiungo solo di non aspettare che qualcuno scopra il vostro talento e vi faccia scalare le classifiche e riempire gli stadi. È importante che il primo manager della vostra carriera siate voi stessi.

Per voi è più importante il talento o la tecnica?

La tecnica è importante per esprimere correttamente le proprie idee. Dovrebbero essere sempre complementari. La tecnica senza qualcosa da dire è inutile ma se non sai dire nel modo corretto quello che vorresti rischi di non arrivare o peggio, di farti del male.

Qualche nuovo progetto in cantiere?

Sicuramente fare ancora musica insieme ma magari in modo diverso e non più sotto la canonica forma dell’album classico. Chissà. Al momento ci godiamo l’ascolto del nostro disco confortati dal fatto che non possiamo più fare il milionesimo ritocco eh eh eh…

Lasciateci con un vostro motto….

Everything’s Not Lost e Don’t Give Up… Never give up, never…