Reborn è l’album di debutto della one man band “Detevilus Project” fondata da Matteo Venegoni, ex chitarrista dei Nekrosun, e composto da 13 tracce.

Al primo ascolto spiccano svariate influenze provenienti da generi come il metalcore per quanto riguarda le parti di chitarra ritmica e lead, il djent sulla scelta dei pattern dei riff e i suoni delle chitarre pulite, ma anche death metal (in particolare nella canzone Origins) per i riffing e le scelte riguardanti la batteria.

Il disco ha un’ottima alternanza di parti melodiche e di parti ricche di groove che mantengono alta l’attenzione dell’ascoltatore; ciò si evince già dalla prima traccia “The Mirror Within” e dalla seconda “Origins” che incastra in maniera astuta una parte molto melodica di pianoforte con una molto aggressiva di chitarra distorta. I pattern di chitarra ritmica sono molto interessanti e soprattutto dotati di appeal ritmico. Una scelta molto saggia è stata anche quella di preferire pattern di chitarra relativamente semplici al fine di avere un certo groove a discapito di sezioni troppo articolate che non avrebbero sicuramente avuto lo stesso effetto. Una delle cose più interessanti del disco sono le scelte compositive e soprattutto dei suoni delle chitarre clean che creano un’atmosfera ricca di emozioni. Una delle tracce più emblematiche è sicuramente Dark vibes, che sfoggia sapientemente l’uso di riff viscerali e melodia creata con chitarre lead e clean.

Il disco si chiude con la canzone “Forgive Us”, un piccolo condensato di espressività emotiva, creata grazie ad atmosfere cupe. Inoltre ad implementare il lavoro delle chitarre clean si aggiungono delle chitarre acustiche e delle parti spoken che sfumano poi in un urlato disperato di grande effetto che svanisce progressivamente con il resto della strumentale.

L’unica pecca è riscontrabile nelle parti di cantato melodico, non efficaci e ben eseguite come quelle degli altri strumenti o degli urlati.

Reborn è sicuramente un disco poliedrico con molte sfaccettature che saprà accontentare sia gli ascoltatori desiderosi di parti aggressive ma anche quelli che prediligono le parti più melodiche.

Nel complesso: 70/100.

a cura di Salvatore

Line up:

Matteo Venegoni

Genere:

Progressive Metal/Death Metal/Djent

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