Oggi su Wezla è tornato a trovarci Frank, leader dei The Dolly’s Legend, in occasione dell’uscita del loro nuovo album The scar needs time. Frank, ce ne vuoi parlare?

Ciao ragazzi, intanto grazie. Scar è il nostro primo album dove la band suona tutti i brani, il nostro precedente era mezzo così e mezzo acustico. È stato un parto lungo e difficile, in tempi di Covid anche registrare un album fra chiusure varie, zone gialle e rosse è stato un po’ travagliato ma alla fine, quello che ci siamo detti dal primo giorno, è che bisogna metterci il tempo che ci vuole senza fretta. Ogni dettaglio è stato curato e penso che il risultato si senta. Lo stampo sonoro di TDL c’è anche se abbiamo voluto sperimentare molto sia a livello di composizione che a livello di suoni… cosa che ci diverte molto! L’album è uscito il primo marzo scorso preceduto dal singolo e video della canzone Freedom. La nostra formazione è: Steve alla chitarra solista, Nataly al basso, Claude alla batteria ed io alla chitarra e voce.

È stato un lavoro corale, che ha impegnato tutta la band, questo sforzo unisono ha creato tensioni o ha aiutato a cementare lo spirito di gruppo?

Non ci sono mai state tensioni nella band anzi penso proprio che questo disco ci abbia rafforzato. Ci sono state solo un po’ di difficoltà “logistiche” durante il periodo pandemico e, devo essere sincero, il futuro della band era abbastanza incerto non sul fatto di andare avanti ma sul come. Il 2020 ha cambiato un po’ di programmi delle vite nostre e di tantissime altre persone. Comunque siamo ancora qui perché le difficoltà, se c’è la volontà, si superano.

Tutto il saper fare che ha portato alla nascita di questo disco, è stato raccolto in un making of uscito proprio in questi giorni. Chi ha partorito questa idea?

Io! Volevo condividere il processo di registrazione e mixaggio dell’album, essendomene occupato in prima persona dalla A alla Z, in una serie di due video. Stupidamente non ho fatto nessuna ripresa del processo di registrazione “live” quindi ho optato per questa soluzione: scelta praticamente obbligata! Vale per la prossima volta! Devo evolvermi tecnologicamente 🙂 L’altro obiettivo di questa serie Making of Scar era quello di “tutorializzare” in un certo senso i video in modo che, magari, possano essere di aiuto a qualcuno e, viceversa, se qualcuno volesse commentare costruttivamente posso imparare molto anche io!

Siete nuovamente in tour: avete notato differenza tra il pre ed il “post” pandemia a livello “live”?

Abbiamo fatto solo una data per il momento ma posso dire che la gente ora “vive” di più. Questa è la mia impressione a caldo: prima ogni evento o persino ogni momento era dato per scontato. Oggi no. Il pensiero inconscio potrebbe essere che ogni momento adesso è un’opportunità: niente è più scontato dopo il Covid, è questa la grande lezione che dovremmo imparare dalla pandemia! Un esempio che può risultare banale che comunque ho riscontrato durante la nostra data e che, comunque, vedo in giro è che le persone interagiscono di più fra loro e usano meno il telefonino. È un primo, grandissimo, passo!

Come procede il vostro singolo e video Freedom? So che è un pezzo che ormai brilla di luce propria!

Molto bene! Le visualizzazioni aumentano, quindi significa che la gente lo ascolta 🙂 in tre mesi dall’uscita sta cominciando ad avere numeri importanti o, almeno, che non abbiamo mai raggiunto prima! Continuiamo così! La promozione della Dig Up Agency, il nostro ufficio stampa, sta giocando un ruolo fondamentale in questo risultato!

Frank, in conclusione, vorrei chiederti di salutare i nostri lettori con un motto, una frase ad effetto… insomma un qualcosa che rappresenti il “mood” di questa formazione!

Il silenzio è la cosa peggiore che possiate trovare… quindi non smettete mai di ascoltare buona musica!
Grazie mille dell’intervista e grazie a Te che sei arrivato fino qui a leggerla! 🙂 Alla prossima!