L’ep Viola dei das Es è una vera e propria deflagrazione di suoni: il viola distorto, adulterato ti arriva addosso come fiore malato, malsano, inconcepibile. Il sound è come carta vetrata e puoi solo sfracellarti la faccia e il corpo su questo sound dai tratti anche melodici, talvolta.

Il tempo di batteria di “Resto indietro” in alcune parti della song è una cavalcata indomabile. Alcuni refrain subito si stampano nella nostra testa.

Nella società dell’immagine, una società di plastica, senza spessore, ebbene in questa società si formano delle crepe, si formano delle increspature e i das Es le esprimono in musica, una musica gagliarda e scapestrata che è una cornucopia di distorsioni. Come è bello il contrasto con i passaggi sonori più melodici: mi sembra di ascoltare Atari teenage riot messi insieme a Marlene Kuntz in un mix formidabile. Mentre scrivo queste parole sto ascoltando la title-track Viola.

“Viola è livido e fiore, dolore e colore, mistero e fascino. Viola rappresenta l’insofferenza, la frustrazione, ma anche, l’elaborazione degli accadimenti della vita, di quei momenti “no” che comunque hanno in sé la forza di spingerci oltre. Viola è il bene. Viola è il male”, ci dice la band riguardo l’ep. Nella società nostra nascono tanti fiori malsani, una società da masticare e digerire e magari sputare in faccia al muro!?!? E ci accendiamo una sigaretta e ascoltiamo la tenue Lentamente muore che fa pensare ancora una volta a Marlene Kuntz…

“3 steps” è tanto corposo come pezzo e discordante allo stesso tempo. Il songwriting “divergente” della band qui si esprime alla massima potenza. Apprezzabile il lavoro che è stato fatto sul cantato come anche nel mix complessivo e sul master. La bomba sonora di questi palermitani non lascia scampo! Ti fracassa e ti sconquassa…

…..a cura di Giulio…