Nella sconfinata produzione mondiale pare esserci ormai spazio per tutti. Chiunque abbia la velleità di dirsi musicista, può, elaborando una manciata di tracce, di fatto dire di aver fatto un disco.

Molte volte però la realtà delle cose è lontanissima dalla realtà. La musica è una disciplina che richiede dedizione ed esperienza. Valori che invece mette in campo Marco Fantin aka Emmeffe. Il suo nuovo singolo “Voyage” sottolinea la sapienza nel dosaggio dei suoni. Come un alchimista (un chimico, diremmo oggi), approccia al brano nella maniera più minimalista ed elegante. I suoni cinematografici si piegano alle sensazioni che in ciascuno di noi, inevitabilmente, si confonderanno con il proprio personalissimo stato emotivo.

La traccia sfugge alle definizioni in cui potremmo ingabbiarla e liquida se ne va via, dritta, come un raggio laser. Attraversa l’Universo e ritorna magmatica ad ogni pressione sul tasto play. Il brano, di per sé neutro, pare uno specchio in cui, a riflettersi, è il profilo dei nostri pensieri e dei nostri turbamenti. Potrebbe essere la colonna sonora di un terzo improbabile capitolo di Blade Runner, ma anche la colonna sonora di una corsa nel grano di Laura Ingalls (una delle figlie dei protagonisti di “La Casa nella Prateria”).

Il valore narrativo del pezzo non conta. Il valore narrativo del brano siamo noi. Le campane che entrano in loop quasi sul finale, sottolineano il potenziale ipnotico della melodia. La cadenza ritmica si fa incalzante, ostinata, eppure siamo ancora nella gamma dei suoni per auto-indurci un’ipnosi regressiva che ci porta dinnanzi il nostro io più vero, più vivo, più spaventoso.

Le immagini diradano su un finale in cui si attua un processo di sottrazione. Il perossido decolora i nostri capelli. Osserviamo il nostro sguardo farsi ceruleo. Ci ritroviamo sulle note finali in balia del nostro essere diventati, nostro malgrado, una sorta di Roy Batty alle prese con gli ultimi istanti della propria vita da replicante. Prendiamo coscienza sul riverbero dell’ultima nota della cagionevolezza degli esseri umani. Vorremmo anche noi declamare un monologo riassuntivo di un’intera esistenza su questo pianeta, ma non sappiamo farlo. Anche perché, diciamoci la verità, nessuno di noi ha visto i Bastioni a largo di Orione. Emmeffe si e sembra raccontarceli in questi 5 minuti e 10 secondi, il tempo giusto per dire di aver creato un piccolo capolavoro.

a cura di Max