Quinto singolo di Teo Gfo che, in linea con i precedenti, mescola pop, folk e indie in modo intelligente per proporci un ritornello “tormentone” ma anche un po’ di sana critica sociale.

Il brano è retto dalla ritmica di una chitarra acustica molto aperta stereofonicamente, insieme ad un groove di basso e batteria lineari intervallati dai preziosismi del sax, sopratutto nella coda finale, che mi ricordano molto le band ska e punk anni ’90 pur con una velocità metronometrica inferiore.

Il testo è molto semplice, ma riesce a far trasparire il ritratto di una società alla deriva, egomaniaca ed egoista. Molto bello il videoclip a cartoni animati e intelligente l’idea di creare un dialogo con la propria coscienza con un fortissimo accento dialettale che richiama Zerocalcare.

La produzione è di livello e tutto suona benissimo con un mix molto bilanciato che tende ovviamente a valorizzare la voce, perché comunque di pop stiamo parlando, in linea con Sangiovanni e Achille Lauro, Teo Gfo propone però dei contenuti più cantautorali ed arrangiamenti più curati, dando a questo filone della qualità artistica che spesso non si trova nel mainstream.

A cura di Marco Germani

Link del video:
https://youtu.be/HT2KRi3UkH4

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