Buried Strenght” è il primo Long playing dei trentini Blowout (successore dell’EP del 2015 “vol.1). Il genere proposto dalla band è un Southern/stoner metal impregnato di sonorità groove e sludgy. Il sound è inequivocabile, la sintesi perfetta di tutto ciò che è sfociato dai “padri” Sabbath e dai figli “Pantera”. All’interno di questo lavoro è possibile cogliere una serie di (gradevoli) riferimenti ad una serie di band che hanno un innegabile rapporto di discendenza dai due sopracitati comuni denominatori.

Si nota fortemente l’influsso di band del calibro di Down, Corrosion of Conformity, Black Label Society( era Sonic Brew/Stronger Than Death), et. Similia. “Buried Strength” è un ottimo tributo( e non si legga questa affermazione in termini negativi) alla scena di riferimento! I pezzi sono granitici, privi di patinature e compromessi, insomma per dirla in altri termini, assolutamente “In your face!”

Trattasi quindi di una violenza sonora pura, spontanea e certosina, che va però in una duplice direzione: da un lato si guarda verso il marciume della scuola di New Orleans(dei già citati Down o dei Crowbar), mentre dall’altro si strizza l’occhio a sonorità più moderne(Hellyeah, Kill Devil Hill). Molto cazzuta la prova vocale, ottimo il drumming e la sezione ritmica in generale, schiacciasassi il sound delle chitarre, complice anche una produzione ben equilibrata (eccellente il mastering). Tra i momenti migliori segnalerei l’opening track “Cheers in hell”, “Slum” con la sua strofa di memoria Alice in Chains-iana ed il suo ritornello al contempo melodico e “doomy”, “Stomp on fire” (caratterizzata tra l’altro la presenza di uno special guest d’eccezione come Dario Cappanera, storico chitarrista di band del calibro di Strana Officina e Rebel Devil) e la conclusiva “Scars of the road”.

Tirando le somme, Buried Strength è un lavoro molto convincente in termini di sonorità, felicemente monolitico nell’impatto…forse(volendo trovare un unico e piccolo neo) anche fin troppo “compatto” (non avrebbe guastato qualche lieve variazione in termini di songwriting…) Ciò nonostante ci troviamo ad una buona prova di potenza ed attitudine. Sfido chiunque a fermare l’headbanging forsennato che in automatico deriverà dall’ascolto di questo disco!

A cura di Cave man

Voto 70/100