Un esordio col botto quello de Gli Otium, che con l’album “Nessun Negoziato”, distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records, ci fanno emozionare, sorridere, canticchiare e anche ballare.

Nel loro lavoro coesistono felicemente leggerezza e profondità, scherzoso sberleffo e analisi antropologica. Irresistibile “Marta”, che distende citazioni diverse sul riff di Walk on the Wild Side. Efficacissima “Musica nel traffico”, in cui si sentono echi di Max Gazzè.

Bersaglio di “Anita” il cantautore Simone Cristicchi (“Sei diventato tu/ bravo cantando/ di quanto era povero Biagio Antonacci/ usando a pretesto /la scusa geniale/ di fare il banale e non esserlo…”), tutta da ascoltare “Il dittatore asiatico”. Fresca e godibile “Ciao sono quel Dio”, accompagnata dal riuscito videoclip per la regia di Sergio Galassi. “L’Olimpica” e “Trastevere” rimandano, con una certa ironia, all’origine capitolina del duo, vocalità volutamente fuori dagli schemi e sonorità dalla presa immediata, intuizioni testuali felicissime e disinvolta verve comica (si ascoltino “Fighetta” e la divertente “Buone feste”).

Davvero bravi e coraggiosi, gli Otium, nel proporre un album autentico, senza sbavature, tentativi di emulazione o ammiccamenti.