Si definiscono “un piccolo branco di lupi smarriti” e hanno pubblicato una raccolta dei loro brani più significativi che hanno prodotto nel periodo che va dal 2006 al 2021.

Parliamo di THE FOTTUTISSIMI e la compilation si chiama “Discorsi Sconnessi”. Loro sono una band marchigiana che fa rock vecchio stile, quasi anni ’60 ma non troppo. Ci trovo molto del rock nazionale anni ’80 e soprattutto ’90. Ma conosciamoli. Sono Lenonardo “Lello” Landi alla voce, Mattia Priori al Basso, Federico Veroli alla chitarra e Davide Lucarelli alla batteria. Vi dico innanzitutto che questi ragazzi hanno stoffa da vendere e una carica eccezionale. Come loro stessi ci dicono, nelle loro produzioni “c’è energia, gas, voglia di imprimere una direzione a quel moto, trovare una meta per quel marinaio in balia delle onde”, ma io dico che c’è anche stile, determinazione, tecnica e molto di più.

Parliamo di una band che produce indifferentemente sia in italiano che in inglese con una qualità espressiva, compositiva, sonora veramente alta. Prendete uno qualsiasi dei 19 brani che trovate nell’album e lo capirete già dalle prime note. Prendiamo ad esempio “Mezze Parole”, con il suo mood di estrazione Ligabuiana. Pochi strumenti ma tanta tanta intensità. Suona molto pieno e convincente. Bellissimo il passaggio alla seconda strofa che cade poi su un bridge sospeso nell’aria e il pezzo quasi si ferma. E’ un brano di fatto senza un vero ritornello. Si spegne pian piano e mostra in primo piano la ripresa con microfoni ambientali. E’ una caratteristica di questa band: usare la loro forza live e imprimerla nelle tracce. I pezzi, per chi ama le sonorità puramente rock, sono tutti belli. Personalmente sono rimasto particolarmente colpito anche da “Felici o niente”, “La gente normale”, “Sorella libertà”, “Mama” e “She’s not enough”. Una band da seguire e da andare a vedere nei concerti dal vivo non appena torneremo ad essere liberi dal “regime” sanitario.

Vi lascio con le parole della band impresse in un post:

“Sconnessi sono stati gli ultimi due anni nonostante le WiFi a palla di fuoco. Sconnessi siamo stati noi, con i nostri umori altalenanti, con i nostri desideri castrati dalla pandemia.
..
Sconnessi dai cavi di tutti i palchi del mondo sono stati i nostri strumenti.
Sconnessi sono spesso i nostri cervelli

C’è tanto di noi dentro questo lavoro, se non altro, qualcosa di connesso”

a cura di Luigi di Fazio

Link Spotify:

https://open.spotify.com/album/3rkPcBogz4t8v7H9kyvGjz