HATI & SKOLL è il nome della band di cui vi parleremo oggi. Il nome è una onorevole citazione all’antica mitologia norrena, infatti Haiti e Skoll sono due lupi che proteggono i ghiacciai.
Nel nuovo Album di cui vi vogliamo parlare, “Primitiva”, la band descrive l’agghiacciante mondo verso cui ci stiamo dirigendo, temi come la solitudine interiore, dovuta dallo sviluppo della tecnologia, la capitalizzazione e la globalizzazione sono al centro del loro lavoro. Un grido di aiuto e di libertà che vuole sicuramente far riflettere l’ascoltatore.
Il tutto accompagnato da un sound grezzo, ma allo stesso tempo alternativo, che unisce la new wave del metal ad elementi più elettronici come synth e sequenze per il live. Un timbro identificativo del disco è la varietà di riff e di stacchi ritmici che lo inondano di una grande innovazione musicale per il new Metal.
L’album apre con uno dei riff più accattivanti ed energici del disco, con la prima traccia “Incanto”. Il viaggio continua con “Mistika”, per poi nella terza traccia, che è anche la Title-Track “Primitiva”, avere un momento di apertura del suono con frequenze più alte e suoni delle pedaliere più eteree, che ci riportano nello scenario dei ghiacciai. È la prima traccia dove viene presentato un solo di chitarra, che evidenzia i tecnicismi del chitarrista e la sua grande flessibilità. Il chitarrista è inoltre il fondatore del gruppo, Emanuele Mazza. La voce della Cantante è cruda, graffiante, tecnicamente molto complessa, si riconoscono alcune influenze nella voce tra cui quella di Skin degli Skunk Anansie. Oltre la grandissima complessità e tecnica della vocalità, viene mischiata anche la freschezza di alcune metriche dei testi, che attingono dall’immaginario del Metal, ma che allo stesso tempo sembrano usare una poetica piuttosto sperimentale che potrebbe ricordare altri generi.
Seguono altre tracce dall’impatto vocale, di contenuto e di sound molto particolari e che meritano un attento ascolto, “Distrattamente”, “La Notte”, “Verità” e “Sconfinata rabbia”.
L’album è molto dinamico ricco di idee ritmiche e di riff diversi, è veramente impossibile non muovere la testa e non avere voglia di spaccare tutto! Il movimento degli stacchi è molto curato, insieme anche all’armonia e alle varie progressioni.
Seguono “Vele”, “Lasciapassare” e “Manifestazione”, qui forse lo storytelling dell’album si interrompe leggermente, vengono riproposti bene o male gli stessi cliché che rappresentano i loro punti forti. L’album si conclude con due tracce in lingua inglese e forse era proprio quello di cui avevamo bisogno a questo punto dell’ascolto: “Wild” e “The End”.
Colpo di scena sull’ultima traccia entra l’autotune che non risulta per niente essere sgradevole o fuori luogo, anzi forse la scelta stilistica migliore dell’intero lavoro, non in quanto Autotune, ma piuttosto in veste di colpo di scena inaspettato.